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Tirocinio: tutte le informazioni che devi avere prima di iniziare uno stage

Quando si parla di lavoro in Italia, molte persone allargano le braccia sconsolate. Il problema della disoccupazione è tra i temi costanti del nostro Paese, ma a mancare sembrano proprio essere i posti di lavoro.

Non sempre è così, in effetti, perché diversi studi e ricerche confermano anche una realtà diversa e in contrasto con le convinzioni generali: mancano, in molti casi, i profili lavorativi più richiesti dalle imprese. Uno dei casi principe è rappresentato dal settore dell’informatica e della digitalizzazione.

A fronte di centinaia di migliaia di richieste di lavoratori del settore tecnologico, mancano i candidati adeguati a ricoprire i vari ruoli.

Al di là di questa sintetica analisi della situazione nazionale, esistono però una serie di progetti che possono rivelarsi utili a chi sta cercando un inserimento nel mercato del lavoro. Si tratta anche di persone adulte, over 50, cittadini che hanno già conseguito titoli di studio e un vantano un curriculum ricco di esperienze e competenze, ma che a causa della crisi del lavoro hanno difficoltà, dopo aver perso l’impiego, a reinserirsi.

Ne parleremo presto in una nuova guida di approfondimento.

I dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Secondo un’analisi sviluppata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e pubblicata nel 2021, si osserva da tempo una crescita esponenziale dei tirocini tra gli over 50 e anche oltre. Il trend è in salita da circa 10 anni, e conferma una situazione generale difficile per gli adulti senza lavoro.

Anche le politiche italiane sull’entrata in pensione non aiutano molte persone a trovare pace tra l’età ormai considerata senior e l’esigenza di dover attendere ancora, prima di ottenere almeno la pensione sociale.

Di contro, dopo l’avvento della pandemia, si è osservato un calo della richiesta di attivazione di tirocini tra i giovani.

Questo quadro conferma un fatto allarmante: le fasce di età dai 16 ai 25 anni subiscono maggiormente le misure restrittive decise a livello governativo per contrastare il dilagare del COVID-19, e gli adulti subiscono un impatto negativo per ciò che riguarda il ricollocamento al lavoro, quindi sono costretti a tirare avanti con i tirocini, che non sono, però, paragonabili ad un lavoro.

Queste dinamiche, unite alla difficoltà di molte imprese e attività produttive di potersi accollare i costi di un lavoratore, hanno reso difficile per tutti la soluzione di problemi che ci portiamo avanti da molti anni. La famosa flessibilità nel mondo del lavoro non è stata risolutiva, e ha anzi creato mille diversi modi per contrattualizzare i lavoratori con soluzioni che non garantiscono i diritti e il futuro.

Ecco perché è importante considerare nuove strategie – come può essere il tirocinio di inserimento e reinserimento lavorativo – che portino a raggiungere, o almeno tentare di farlo, l’obiettivo finale che consiste nel raggiungere un posto di lavoro consolidato.

Se hai sentito parlare dei tirocini ma non sai di cosa si tratta, questa guida affronta punto per punto tutti gli elementi che ti consentiranno di conoscere meglio questo tipo di opportunità di formazione e di lavoro.

Scoprirai di cosa si tratta, quanti tipi ne esistono, quali sonoi requisiti, il periodo di tempo massimo per ogni tirocinio, i rimborsi spese se sono previsti e altro ancora.

Cos’è il tirocinio?

Anche chiamato stage di inserimento al lavoro, si tratta di un percorso formativo che si svolge attraverso gli enti scolastici pubblici e privati che aderiscono a questo tipo di progetto.

Lo scopo fondamentale è quello di preparare le/i giovani all’ingresso nel mercato del lavoro, e parte dal presupposto che, se allo studio teorico si affianca anche la formazione sul campo, le competenze e la preparazione acquisite saranno maggiori, più concrete.

Nel nostro ordinamento ne esistono di due diversi tipi:

  • Tirocinio formativo
  • Tirocinio professionale

Approfondiamo la conoscenza delle due diverse tipologie.

BUONO A SAPERSI – Un piccolo chiarimento sulla terminologia: stage e tirocinio indicano la stessa cosa, solo che nel primo caso è scritto in lingua francese, e spesso viene utilizzato anche in Italia e in altre Nazioni. In lingua inglese, invece, si usa il termine internship.

Il tirocinio formativo

Questo tipo di tirocinio rappresenta un periodo importante per i giovani che desiderano fare un’esperienza formativa ma anche di tipo orientativo per ciò che sarà il loro futuro lavorativo.

Il tirocinio non è da confondere con il collocamento lavorativo, ma piuttosto come un’esperienza di formazione diretta sul posto di lavoro per apprendere i meccanismi di quel mestiere. Per tale ragione è stato coniato il termine esperienza on the job, che significa appunto sul posto di lavoro.

I riferimenti normativi che regolano il tirocinio formativo in Italia sono la Legge 196/97 che poi, nel corso degli anni, è stata riformata attraverso l’approvazione della Legge 148/2011.

Questo tipo di percorso di formazione sul posto di lavoro prevede un rimborso spese, anche denominato borsa di studio, oppure premio o assegno o, infine, sussidio per fini di studio.

Tutto dipende da come le aziende intendono regolare fiscalmente questo tipo di somme.

Il tirocinio professionale (o praticantato)

Per ciò che riguarda questo secondo tipo di tirocinio, la differenza con il precedente è rappresentata dal fatto che è dedicata a chi sta finendo il percorso di studi universitario, e per accedere ai diversi esami di Stato per accedere a determinate professioni, deve necessariamente partecipare a uno di essi per essere abilitati alla professione.

Non a caso, il tirocinio professionale si svolge solitamente durante l’ultimo anno di università, ed è conosciuto anche con il termine praticantato. Tutti coloro che accederanno agli ordini professionali per svolgere una professione, come per esempio i notai o gli avvocati, devono necessariamente svolgere il periodo di praticantato.

In questo caso non è previsto un rimborso spese.

Tirocinio curriculare ed extracurriculare

Oltre alla diversificazione tra tirocini formativi e professionali, è necessario distinguere anche tra periodi di stage dedicati agli studenti, in questo caso denominati tirocini curriculari, e quelli rivolti a chi ha concluso, o smesso, il percorso di studi, e quindi si parla tirocinio extracurriculare.

Il tirocinio curriculare è parte integrante di un percorso di studi, quindi è obbligatorio svolgere questo periodo di formazione/lavoro per ottenere la certificazione o abilitazione finale.

Quello di tipo extracurriculare è invece rivolto a chi ha concluso il percorso regolare di studi, oppure nel periodo che intercorre tra l’ultima parte del ciclo didattico e il conseguimento del titolo di studio.

Nel tirocinio extracurriculare si distinguono altri criteri, che dipendono da alcuni fattori in quanto esso può essere:

  • Di tipo orientativo o formativo se il tirocinante ha concluso il ciclo didattico negli ultimi 12 mesi
  • Dedicato a categorie svantaggiate, come per esempio le persone disabili
  • Di reinserimento al lavoro per le persone che hanno concluso il percorso di studio da più di 12 mesi e siano disoccupati o inoccupati

BUONO A SAPERSI – è bene conoscere la differenza di significato tra i termini disoccupato e inoccupato. Disoccupato significa che la persona è al momento senza lavoro ma ha lavorato in precdenza. Inoccupato indica invece le persone che non sono mai state collocate al lavoro.

Come si accede al tirocinio

Nell’organizzazione dei percorsi di stage esistono tre diversi soggetti:

  • Il tirocinante
  • L’ospitante che è rappresentato dall’azienda
  • L’ente promotore

Abbiamo già parlato della figura del tirocinante, di cui nei prossimi paragrafi scoprirai i requisiti richiesti. L’ospitante è l’azienda che fa accedere lo stagista per il periodo di formazione/lavoro.

Infine, l’ente promotore è l’istituto di formazione presso il quale l’aspirante tirocinante sta svolgendo il proprio percorso di studi, e quindi si tratta di:

  • Istituti scolastici
  • Università
  • Enti di formazione accreditati

Per ciò che riguarda gli ospitanti, ecco il tipo di realtà che possono ammettere stagisti:

  • Aziende
  • Imprese
  • Fondazioni
  • Cooperative
  • Enti pubblici
  • Studi professionali

I tre soggetti appena descritti entrano tutti in campo per avviare l’iter di accesso a un tirocinio.

Tutto ha inizio quando gli enti promotori organizzano speciali giornate di incontro con gli studenti, per comunicare loro l’opportunità di fare l’esperienza di formazione lavorativa sul campo.

Queste giornate mettono lo studente nella condizione di decidere di accedere al tirocinio, quindi l’ente promotore attiva la richiesta a una delle aziende ospitanti.

Attenzione però, perché qui entra in campo un quarto soggetto: il tutor

Cosa fa il tutor?

La figura del tutor è molto importante, in quanto è la persona che l’ente promotore mette al fianco dello studente affinché possa supervisionare lo svolgimento del periodo di stage.

Esiste anche il tutor aziendale, ma si occupa della formazione vera e propria, accompagnando lo stagista lungo tutto il suo percorso.

Sia l’ente promotore, sia l’azienda, devono quindi nominare il loro tutor. A questo punto serve solo la stipula del contratto di stage.

Requisiti del tirocinante

Anche un tirocinante, sia esso curriculare sia extracurriculare, deve essere in possesso di determinati requisiti.

Nel caso dei tirocini curriculari, il requisito indispendabile è rappresentato dall’essere iscritti a un percorso didattico.

Diverso è il caso dei tirocini extracurriculari, dedicati come già accennato, alle persone disoccupate o inoccupate. In questi casi è necessario fornirsi di un particolare documento denominato DID Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro – che certifica lo stato di disoccupazione del richiedente.

In alternativa alla DID, è possibile presentare una certificazione di stato di disoccupazione che può essere richiesto a un centro per l’Impiego.

BUONO A SAPERSI – la DID si ottiene in formato digitale accedendo all’applicazoine MyAnpal.

Il contratto di tirocinio

Dopo aver individuato l’azienda ospitante, si passa quindi alla firma del contratto di tirocinio che si compone di due parti:

  • La convenzione
  • Il progetto formativo individuale

La parte relativa alla convenzione deve contenere:

  • I dati legali dell’ente promotore
  • I dati dell’azienda ospitante
  • La citazione delle normative in vigore in tema di tirocinio.

Per ciò che concerne la parte dedicata al progetto formativo individuale, essa deve contenere:

  • Il nome dei tutor
  • La denominazione dell’ente promotore
  • La denominazione dell’azienda che ospita
  • La data di inizio del tirocinio
  • La durata
  • Le attività da svolgere
  • La sede di svolgimento
  • Gli orari
  • Gli obiettivi da raggiungere
  • L’importo del rimborso

BUONO A SAPERSI – ogni Regione ha un regolamento apposito in fatto di normative sui tirocini che si basano, però, sulle linee guida a livello nazionale.

La durata

Passiamo ora alla durata di un tirocinio. Secondo la normativa vigente essa non può essere inferiore ai 2 mesi, e questo valo quasi in tutte le regioni italiane.

Per quanto concerne invece la durata massima, in questo caso la regolamentazione è affidata alle regioni, che possono decidere di fissare il periodo a 6 o a 12 mesi.

BUONO A SAPERSI – se il tirocinante è diversamente abile la durata del tirocinio è fino a 24 mesi.

Come si accede al tirocinio extracurriculare

Anche in questo caso i protagonisti sono tre, solo che al posto dell’ente promotore troviamo la figura dell’agenzia per il lavoro che deve essere accreditata dal Ministero del Lavoro.

Il procedimento è poi simile a quello previsto per l’accesso al tirocinio curriculare.

Quanto dura un tirocinio extracurriculare?

La durata di un tirocinio extracurriculare dipende da alcuni fattori. Anche in questo caso deve protrarsi per un periodo di tempo minimo di 2 mesi, ma per ciò che riguarda il periodo massimo esistono alcune differenze, ecco quali:

  • 6 mesi se di tipo formativo o di orientamento al lavoro
  • 12 mesi per il tirocinio di inserimento/reinserimento e per le persone che sono considerati soggetti svantaggiati
  • 24 mesi per le persone disabili

I compensi

Nessun rimborso va erogato ai tirocinanti curriculari, mentre è prevista per gli stagisti extracurriculari la cosiddetta indennità di partecipazione. L’importo varia da un minimo di circa 300 euro a un massimo di circa 800 euro, ma anche questo dato non è fisso.

La cifra dipende infatti da diversi fattori, come per esempio:

  • Il numero di ore di impegno quotidiano
  • Eventuali benefit come i buoni pasto, che diminuiscono l’importo dell’indennità

A versare la cifra, mensilmente, è l’azienda, salvo alcuni casi particolari. Se il tirocinante è disabile o appartiene ad altre categorie svantaggiate, può essere la Regione a farsi carico di questo onere.

BUONO A SAPERSI – se l’impegno quotidiano supera le 5 ore si ha diritto ai buoni pasto oppure alla mensa aziendale se presente. Per ottenere l’intero importo previsto per tutto l’arco del periodo di tirocinio, è necessaria la partecipazione dell’80% delle ore quotidiane calcolate poi su base mensile. Se si va al di sotto dell’80% resta salvo, comunque, l’importo minimo fissato per legge pari a 300 euro.

Orario, ferie e assenze

Un tirocinante, pur non essendo un lavoratore effettivo e non percependo un vero stipendio, ha una serie di diritti che seguono in qualche modo quelli previsti dal Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori (CCNL).

  • orario di lavoro non superiore alle 8 ore quotidiane, in orario diurno e dal Lunedì al Venerdì
  • una percentuale minima di presenze mensili che non dovrebbe essere al di sotto dell’80%
  • ferie secondo quanto stabilito dalla normativa vigente

BUONO A SAPERSIil tirocinante non è equiparato a un lavoratore, di conseguenza il mensile, che è rappresentato da un rimborso o sussidio di presenza, non matura TFR e nemmeno contributi previdenziali.

Il Tirocinio Formativo Attivo

Parliamo infine del TFA, ossia il Tirocinio Formativo Attivo. E’ un percorso dedicato esclusivamente a chi si prepara a diventare docente ed è entrato in vigore, attraverso l’emanazione di alcuni atti normativi, con la Riforma Gelmini varata tra il 2008 e il 2010.

Il TFA è obbligatorio per ottenere l’abilitazione all’insegnamento e dura 12 mesi. Alla fine del periodo di formazione ci si deve sottoporre a un esame che se viene passato consente di conseguire la certificazione che permette di lavorare come insegnante.

ATTENZIONE: è obbligatorio il conseguimento dell’abilitazione alla docenza per tutti gli ordini scolastici, dalle scuole primarie alle superiori.

Garanzia giovani: le agevolazioni per le aziende

Per sostenere le aziende che ammettono al loro interno i tirocinanti, ogni tanto vengono attivate agevolazioni mirate a questo tipo di progetti.

Per verificare l’attivazione di una di queste misure è possibile collegarsi al portale Garanzia Giovani di Anpal.

Emilia Urso Anfuso

Giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica.
Collabora con Novella2000, il settimanale Visto (interviste a personaggi della politica, della cultura e dello spettacolo) e per altre testate giornalistiche.
Già giornalista del quotidiano Libero per i settori politica, economia e attualità
Collabora con altre testate di informazione
Scrive da diversi anni per i siti di informazione online del Gruppo Puntoblog Media: consumatori.blog, assistenza-clienti.it e lavoratori.blog.
Fondatrice e direttore responsabile, dal 2006, della testata giornalistica di informazione online: www.gliscomunicati.it
Sociologa
Esperta di comunicazione
Ideatrice e conduttrice della trasmissione video MediaticaMente e del ciclo di trasmissioni "Racconti investigativi" insieme al Luogotenente dei crimini violenti del ROS dei Carabinieri Rino Sciuto
I suoi libri sono in vendita su Amazon

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