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Entrare in convento: la guida completa per diventare suora o sacerdote

Avvertire, forte, la chiamata del Signore. E’ così che accade. A un certo punto, certe persone sentono forte dentro di sé qualcosa che trascende l’umana comprensione, ed ecco che quel qualcosa spinge a votare la propria esistenza verso un percorso molto particolare, quello che porterà – dopo un iter fatto di studio ma anche di costanti verifiche dell’effettiva profondità di questa vocazione – a prendere i voti.

Donne e uomini, spinti da una forza interiore a mettere a loro vita a disposizione del mondo e degli esseri umani meno fortunati, e che iniziano il percorso per diventare suore o preti. Individui che non pongono sé stessi al centro di tutto, bensì sentono di essere votati alla carità, alla solidarietà e alla compassione verso gli altri. Tutto questo perché a un certo punto, scatta qualcosa che solo che vive questa esperienza può comprendere.

E’ però necessario attendere un periodo per capire se davvero è ciò che si desidera diventare. È bene, infatti, approfondire all’interno della propria anima se non si tratti solo di un periodo particolare della propria esistenza, che porta a voler fare una scelta così drastica, un cambiamento davvero importante, magari a causa di eventi negativi, oppure si è davvero portati per incamminarsi su questa strada che porterà alla vita in convento.

Per questo è utile confidarsi col proprio parroco, o con una suora che possa aiutare a dipanare questo tipo di matassa all’interno di sé. Ma ecco che una volta confermato che ciò che si desidera è davvero indossare il velo, l’abito talare o il saio a seconda dell’ordine religioso di riferimento, ecco che è necessario apprendere tutte le informazioni utili per affrontare l’iter che è un po’ articolato ed è fatto di diversi livelli da superare.

Abbiamo deciso di realizzare questa guida di approfondimento, che contiene anche un’intervista a un sacerdote molto conosciuto, Padre Maurizio Patriciello, parroco della parrocchia di Caivano, in provincia di Napoli, per rispondere a una richiesta crescente, da parte degli utenti del web, e anche dei nostri lettori, su questo tema.

Iniziamo quindi con l’intervista a Padre Patriciello, e nei paragrafi successivi, a tutte le informazioni dedicate a chi ha interesse su questo tema.

Intervista a Padre Maurizio Patriciello, Parroco di Caivano

D – Padre Maurizio, in questo periodo storico qual è la situazione in merito alle vocazioni? È in crescita oppure si sente una crisi anche per ciò che riguarda la chiamata del Signore?

R – Effettivamente si osserva un calo delle vocazioni, però ritengo che sia una cosa normale: in tempi critici in special modo i giovani subiscono maggiormente gli effetti della crisi, delle difficoltà, e di conseguenza, anche anche all’interno della Chiesa osserviamo queste crisi, questo allontanamento. E’ sempre stato così.

DRiuscite, malgrado il periodo critico, a raggiungere le persone e portarle a riconsiderare la propria vocazione?

R – Per la verità non ne ho mai fatto un dramma, un fatto numerico. Nel corso del tempo molte persone si sono convertite a causa di motivazioni diverse, penso per esempio ai periodi bellici, quando la disperazione portava alla decisione di prendere i voti. Adesso invece la situazione dal punto di vista qualitativo è migliorato. Oggi un giovane se sceglie di entrare in seminario lo fa in maniera più oculata, più sentita, non spinto dalla disperazione, dalla povertà, dalla fame…

D – I requisiti e i limiti di età sono molto rigidi oppure anche chi ha superato gli anta può avere la sua possibilità di votare la propria vita al signore e ai propri simili?

R – Negli ultimi anni vi è stata una maggiore apertura anche per ciò che riguarda i requisiti per accedere in seminario, vedute più ampie e maggiori possibilità di accesso. Abbiamo avuto negli ultimi anni ordinazioni di sacerdoti e suore di una certa età che sono anche entrate in clausura, e anche di padri che hanno preso i voti.

D – Oggi si presta servizio con dinamiche diverse rispetto a un tempo, Internet permette una maggiore opportunità di raggiungere un grande numero di fedeli, eppure ancora in molti vedono a questa rivoluzione tecnologica qualcosa di sbagliato: come la pensa? La divulgazione religiosa sul web è un bene o un male?

R – Come sai, Emilia, ho aperto una pagina pubblica su Facebook, seguita da da più di 140.000 persone. Attraverso la pagina posso comunicare con un ampio numero di persone, senza mai usare toni contrari al criterio di pace e fratellanza. Molte persone accedono, leggono i miei post, osservano anche la realtà del territorio in cui sono parroco, Caivano, una zona che, come è tristemente risaputo, è difficile per chi vi abita. Ebbene, questa divulgazione online aiuta a comprendere, a toccare con mano realtà che altrimenti resterebbero sconosciute. Inoltre, devo dirti che in alcuni casi, persone giunte alla disperazione, addirittura al suicidio, leggendo le mie parole, entrando in contatto con me su Facebook, sono riuscite a riconquistare l’amore per la Vita.

D – Nell’esortazione apostolica “Gaudete et Exsultate”, pochi anni fa Papa Francesco ha chiarito – in massima sintesi – che un Santo non è un supereroe, ma è un cristiano che incontra sul suo cammino la Grazia di Dio. Questo chiarisce come, chiunque senta a un certo punto una forte vocazione, può intraprendere il percorso che porterà ai voti…

R – Proprio di recente è stato pubblicato un mio editoriale su Avvenire che risponde al Procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, che ha detto: “Via dalla Chiesa i preti Don Abbondio”. Io ho replicato: con tutti le problematiche che abbiamo in Campania, io sono parroco a Caivano che conta 14 piazze di spaccio di droga…sì, i preti Don Abbondio non sono graditi, ma anche i preti Masaniello sono poco graditi, così come i politici e i giornalisti Masaniello… Quanti politici, quanti giornalisti si vendono per scrivere sotto dettatura…quante persone voteranno secondo coscienza. Allora, a me non piacciono i preti Don Abbondio ma nemmeno i preti Masaniello.

(Accedendo dal seguente link si può leggere l’editoriale a cui si riferisce Padre Patriciello che è stato pubblicato su Avvenire il 22 Gennaio 2022: “Faccio il sacerdote in terra ferita – e mai il Don Abbondio” n.d.a.)

D Concludendo la nostra intervista, com’è la situazione a Caivano, attualmente?

R – I servizi sociali stanno a zero, se togli la parrocchia non c’è nulla. Ti dico solo che dovremmo avere 64 vigili urbani e ne abbiamo solo 10. Non esistono telecamere di sorveglianza, e quando ne ho parlato con il Comandante interregionale dei carabinieri, Mezzavilla, e quando ha saputo che a Caivano non ci sono telecamere di sorveglianza, è rimasto stupito. Di persone che restano stupite ne conosco molte. In conclusione, alla fine a me non piaccioni i preti don Abbondio, ma servono anche i preti un po’ Masaniello come me…

Suora e Prete: due figure di supporto a chi soffre

La presenza delle suore e dei preti nella società di cui facciamo parte ricopre un ruolo molto importante. Spesso, infatti, sono queste persone a prendersi cura di quelle fasce di popolazione maggiormente esposte alle criticità dovute alla povertà, o alla difficoltà di accedere ai servizi sociali di base.

In altre situazioni, e secondo la scelta dell’ordine religioso di appartenenza, non è raro che preti e suore siano inviati all’estero per coprire le necessità di missioni create per sostenere la vita e la quotidianità di etnie particolarmente provate dalle condizioni di disagio in cui versano le nazioni di riferimento.

Non a caso, molte di queste missioni si trovano nei territori africani, i più poveri sul pianeta Terra.

Che si operi in Italia o all’estero, il prezioso contributo di queste persone è molto importante e contribuisce a migliorare la condizione di vita di molte persone.

Di cosa si occupa una suora

Domanda lecita: che tipo di “mestiere” è prendere i voti ed entrare in convento? Al di là del diventare un membro attivo all’interno di un convento, esistono moltissimi impieghi possibili, che vanno dall’accudimento delle persone ricoverate e degli anziani, passando per l’organizzazione di tutto ciò che può contribuire a migliorare la vita dei bambini, dei nuclei familiari meno agiati ai senza tetto.

Anche all’interno del convento esistono gerarchie, e quindi una sorta di percorso di carriera, che si raggiunge col passare del tempo. Il convento è a sua volta una comunità all’interno della quale è necessaria un’organizzazione di tipo piramidale, con a capo persone in grado di gestire anche la parte amministrativa, o le risorse umane addette ai servizi interni ed esterni.

In massima sintesi, e secondo l’ordine religioso scelto, una suora è una persona che vota la propria esistenza a Dio, accetta di seguire i precetti della Chiesa e dell’ordine di appartenenza, e presta servizio attivo nella comunità in cui risiede o al di fuori di essa.

E’ vera vocazione?

Questo punto è fondamentale sia per le donne sia per gli uomini. Come comprendere se il sentimento che è esploso all’improvviso è vera vocazione?

Il tema è talmente delicato e sentito da molti, che sui siti del settore religioso vi è un’ampia letteratura a supporto di questi dubbi.

Uno di essi è quello dell’ordine religioso ospedaliero Fatebenefratelli, che ha dedicato una sezione proprio a qusto tema: Vocazione religiosa: cos’è e come riconoscerne i segni.

Diventare sposa di Dio: i requisiti

Per iniziare il percorso che porterà a votare la propria esistenza al Signore, è necessario essere in possesso di una serie di requisiti di base. Nel corso del tempo diverse regole che sembravano assolutamente rigide, sono state modificate per consentire un’adeguamento ai cambiamenti sociali.

Di seguito troverai i requisiti di base per comprendere meglio se ne sei in possesso qualora tu senta di avere questo tipo di vocazione.

BUONO A SAPERSI – Sul requisito dell’età diverse cose sono cambiate nel corso del tempo e oggi ogni ordine religioso può seguire regole diverse. Meglio informarsi direttamente.

Essere nubili

Fondamentalmente, si ritiene che chi sente forte la vocazione per prendere i voti sia nubile. In realtà non è esattamente così perché esistono alcune condizioni che possono modificare questo requisito.

Per la Chiesta cattolica una vedova è considerata single, di conseguenza è come se fosse nubile. Le donne sposate ma divorziate, se hanno ottenuto un annullamento del matrimonio con la Sacra Rota, sono ritenute al pari delle donne nubili.

Chi ha figli può prendere i voti

Un’altro dubbio è quello relativo alla prole. Chi ha figli può avere la vocazione e intraprendere il cammino per prendere i voti? La risposta è: sì.

A patto, però, che i figli siano ormai indipendenti dalla madre, elemento fondamentale per non interferire negativamente nella loro crescita e sviluppo armonico.

Se una donna è ancora alle prese con la cura e l’educazione dei figli, non può sottrarli dalla propria attenzione. Negare questo andrebbe contro i dettami stessi della religione cattolica.

Livello di istruzione o esperienza professionale

Preferibile, ma non obbligatorio, essere in possesso di un titolo accademico, magari una laurea triennale.

Per diventare suora, comunque, si valuta anche chi ha un’esperienza professionale e di vita di un certo genere. Sono molto apprezzate le persone che hanno già operato nel settore sanitario oppure nel volontariato umanitario Hello World!.

Buona salute

Per ovvi motivi, uno stato generale di buona salute è un elemento importante qualsiasi percorso di vita si scelga di affrontare. Non è un motivo di negazione all’ingresso alla vita religiosa, ma se si intende far parte di una comunità che opera anche al di fuori del conventi per prestare servizio in aiuto dei più deboli, va da sè che è necessario essere in buona salute.

Ogni problema può però essere affrontato serenamente parlando direttamente con la madre superiora dell’ordine religioso presso il quale si intende avviare il proprio iter per prendere i voti: una soluzione si può trovare sempre.

Indipendenza economica

Essere indipendente economicamente, significa poter contare su se stesse. E’ un valore importante per ogni donna, al di là del fatto di aver preso la decisione di entrare in convento.

L’indipendenza economica è una condizione che permette, anche e fondamentalmente, di fare le proprie scelte senza alcun tipo di condizionamento esterno.

E’ anche importante non avere sulle spalle una grave situazione debitoria, ma anche su questo punto, se subisci una condizione simile, potrai confidarti con la madre superiora del tuo convento di riferimento. La sincerità è sempre molto apprezzata.

Inizio del percorso per diventare suora

Hai davvero chiaro dentro di te che la tua vocazione è più forte di ogni altra cosa? Hai scambiato qualche riflessione col tuo parroco, ne hai discusso in famiglia, ti sei consigliata con qualche suora che conosci e hai la conferma che non si tratta di un periodo di passaggio?

Il momento dell’approfondimento personale sul tema della vocazione è davvero molto importante. Oltre a interrogare te stessa, parla con chi è già parte del mondo religioso, confrontati, fatti anche raccontare come si svolge la giornata di una suora, quali sono gli impegni da affrontare, quali sono gli incarichi che potresti ricoprire e come…

Tutte queste informazioni, unite alla tua carica interiore, ti aiuteranno ancor più a compiere questo grande passo, che cambierà di netto la tua esistenza, ma che ti porterà esattamente lì, dove hai compreso essere il tuo posto nel mondo.

Il periodo di discernimento

Dopo essere entrata in contatto con l’ordine religioso che hai scelto, puoi trascorrere ogni tanto qualche giorno al suo interno, comunicando questa tua volontà alla Madre Generale.

Questa esperienza ti aiuterà a comprendere e a toccare con mano la realtà della vita quotidiana delle suore, la scelta che stai meditando di far diventare la tua vita. Sarai più in grado di toglierti eventuali dubbi e prendere questa decisione, oppure sarà la prova definitiva per cambiare idea.

In ogni caso, è così che inizia il percorso per diventare suora, o per decidere che la chiamata del Signore, tutto sommato, non era così forte dentro al tuo cuore.

Questo passaggio si chiama “Momento di discernimento“, ed è uno dei momenti fondamentali. Puoi scegliere a quale istituto religioso affidarti, ma puoi anche contattarne più di uno, considerando anche le diverse missioni che ognuno di essi svolge.

Comprendere quale sarà il proprio futuro, accedendo alla vita reale che questa scelta imporrà, sarà di enorme aiuto nella capacità di scegliere con assoluta convinzione.

Gli ordini religiosi

Quando si sente “la chiamata del Signore”, è necessario anche porsi un quesito: di quale ordine religioso, eventualmente, desidero entrare a far parte come suora?

Molte cose sono cambiate nel corso del tempo, e ancor più dal periodo medievale al Concilio di Trento, che modificò, attraverso una riforma epocale, il sistema interno alla Chiesa Cattolica.

Esistono tre diversi ordini religiosi, denominati generalmente “comunità”:

  • Comunità contemplative – sono ordini che si concentrano sulla preghiera e sulla meditazione
  • Ordini apostolici – in questo caso queste comunità operano fondamentalmente all’interno dei settori della sanità e dell’educazione
  • Ordini apostolici non tradizionali – particolari ordini ecclesiastici che si occupano dei malati di AIDS, delle persone che stanno in carcere e dei senzatetto

Ecco di seguito gli ordini religiosi più importanti ed elencati in ordine di grandezza:

  • Figlie di Maria Ausiliatrice
  • Suore di Maria Bambina
  • Suore della Misericordia delle Americhe
  • Suore di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore
  • Suore Scolastiche di Nostra Signora
  • Suore di Carità della Santa Croce
  • Società del Sacro Cuore di Gesù
  • Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret
  • Piccole Sorelle dei Poveri
  • Suore di Carità Domenicane
  • Orsoline dell’Unione Romana
  • Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo
  • Figlie della Sapienza
  • Suore del Santissimo Salvatore

BUONO A SAPERSI – Le Figlie di Santa Maria Ausiliatrice contano oltre 15.500 membri, mentre le Suore del Santissimo Salvatore circa 2.000. Questo determina una diversa importanza dell’ordine religioso, dovuta, anche, alla presenza sul territorio, ma anche nelle eventuali missioni all’estero, delle consorelle.

La candidatura di aspirante suora

Dopo aver individuato l’ordine religioso, fatto l’esperienza diretta soggiornando per qualche periodo in convento, aver parlato con la madre superiora e scandagliato all’interno di te stessa, è arrivato il momento di presentare la candidatura.

Se sei arrivata fin qui, significa che sei già in contatto con le persone chiave, comprese quelle che ti condurranno per mano verso l’obittivo finale: i voti.

Preparati a un percorso che può durare da sei mesi fino a due anni. La durata dipende dall’ordine religioso. Questo ti conferma l’importanza di prendere questa decisione senza avere alcun tipo di dubbio, dal momento che si tratta di una vera rivoluzione nella vita e a una promessa di fedeltà assoluta a Dio, alla Chiesa e ai suoi precetti.

Prepara una lettera da consegnare alla madre superiora dell’ordine religioso che hai scelto. Chiarisci le motivazioni che ti spingono a fare questo passo, dedica del tempo per la stesura di questa comunicazione, e scrivila in maniera chiara e coincisa, senza dilungarti troppo, ma esprimendo i tuoi sentimenti e la tua forte volontà ad accedere.

Quando riceverai la conferma alla tua candidatura, inizierà il tuo percorso di formazione.

Il postulandato

Questo è il primo passo del tuo ingresso in convento. Sai perché si chiama “Postulandato“? Il termine deriva dal verbo latino Postulare, che significa Chiedere.

Le postule, cioè le domande, vanno fatte a se stesse.

Sono gli interrogativi sulla propria vocazione, e permettono di entrare ancora più profondamente dentro la propria anima per sciogliere tutti i nodi e i dubbi, in merito alla decisione che si sta prendendo.

In questa fase, le consorelle saranno un prezioso controno che potrà ancor più dipanare la matassa interiore, perché con la loro presenza, con ulteriori momenti di discernimento, si chiarirà sempre più se si è davvero state chiamate per vivere in convento.

BUONO A SAPERSI – Durante questa fase, puoi anche essere chiamata Sorella, indossare un certo tipo di abbigliamento, o in alcuni casi una divisa che fa riconoscere il tuo stato di postulante. Sei ancora laica, ma sei entrata a conoscere da vicino la vita in convento.

Il noviziato

Il noviziato è la seconda fase che attende chi sta compiendo il percorso per entrare in convento. Le novizie sono le principianti, coloro che hanno scelto di seguire un percorso di formazione per diventare suore.

Generalmente questo periodo dura due anni, ma tutto dipende, come sempre, dal tipo di ordine religioso.

Durante il periodo di noviziato ecco cosa si apprende:

  • Studio e approfondimento della preghiera
  • Formazione canonica
  • Formazione apostolica

Per ciò che riguarda la formazione canonica, essa presuppone lo studio delle normative e dei canoni della Chiesa. La formazione apostolica, invece, comprende lo studio degli Atti degli Apostoli, con particolare concentrazione intorno alla figura di San Pietro, considerato il primo Papa della Chiesa Cattolica.

Secondo l’ordine religioso di appartenenza potrebbe esserti richiesto di indossare il velo bianco e scegliere il nome religioso. In altri casi è l’ordine che sceglierà il nome da assegnarti.

BUONO A SAPERSI – In questa fase sei ancora libera di scegliere se restare e proseguire, o cambiare idea e uscire dal percorso di formazione per diventare suora. Anche l’ordine religioso può decidere il tuo allontanamento qualora lo ritenga necessario a causa di comportamenti inadeguati o perché si verifica una lampante mancanza di vocazione.

I primi voti o voti semplici

Alla fine del percorso di noviziato, arriva il momento fatidico: quello in cui si prendono i voti. Non si tratta di un passaggio unico, perchè l’iter presuppone un passaggio iniziale, con quelli che si chiamano “Primi voti” o “Voti semplici“.

Alla fine del praticantato la novizia deve fare richiesta di ammissione all’ordine religioso, e così facendo accede ai primi voti.

Dopo aver preso i primi voti ci si trova ancora nel cosiddetto periodo di discernimento, che serve a comprendere sempre di più se la strada intrapresa è davvero quella giusta per la propria esistenza. La cerimonia si tiene in presenza della madre generale, e solitamente partecipano anche le sorelle di altri conventi appartenenti alla stessa congregazione.

Da questo momento potrai lavorare in un apostolato che sarà indicato dall’ordine di appartenenza, e secondo il settore scelto si compieranno opere di conversione, di assistenza, di predicazione, di divulgazione della parola di Dio e delle opere di Gesù e degli Apostoli.

BUONO A SAPERSII primi voti non hanno valore confirmatorio ma sono provvisori e possono essere rinnovati. La durata è variabile e va dai tre ai cinque anni. In alcuni casi questo periodo di tempo viene protratto. Dal momento in cui si prendono i voti semplici, si entra effettivamente a far parte dell’ordine religioso come “Membro professo temporaneo“. Si può ancora decidere se proseguire o meno questo percorso, ma poichè i voti hanno valore di tipo canonico, se si esprime la volontà di uscire dal convento sarà necessario sottoporsi a un iter che presuppone un procedimento formale.

I voti perpetui

E’ fatta: il lungo percorso che hai deciso di intraprendere è giunto alla fase finale, quella in cui stai per prendere i voti perpetui. La cerimonia che ti attende è come un matrimonio, perché hai deciso di diventare sposa di Dio, e di votare la tua vita a lui.

La cerimonia dei voti

Si tratta del giorno del tuo sposalizio con Cristo. Indosserai l’anello come se ti stessi sposando, e questa tradizione deriva da un testo testo di Sant’Optato di Milevi che recita in un passo: “Affinché si conosca come sposo della Chiesa” (Ut se sponsum Ecclesiae cognoscat).

L’anello si indossa solitamente all’anulare destro, a differenza dell’anello nuziale tra coniugi che solitamente viene indossato all’anulare sinistro, ma questa regola non è assoluta: ci sono suore che lo indossano a destra, altre a sinistra.

Sull’altare firmerai il documento che contiene la formula che ti legherà alla tua nuova esistenza di suora. Il rito prevede che, dopo averlo firmato, tu lo mostri – come prova della tua scelta perpetua – a tutti i presenti.

Bene: ora sei a tutti gli effetti diventata una suora, una lavoratrice indefessa al servizio di Dio e dei più deboli, e con la ferrea volontà di trascorrere le giornate in preghiera, meditazione e lavoro. Qualsiasi sarà l’incarico che ti verrà assegnato.

La tua formazione proseguirà comunque per tutto l’arco della tua esistenza, perché ogni giorno dovrai imparare qualcosa, verificare ciò che hai imparato nel corso del tempo, e anche formarti per i ruoli che ti verranno assegnati, siano essi di tipo sanitario, di docenza, di divulgazione della Parola o di servizi di altro genere.

Diventare prete: il percorso iniziale

Anche per diventare prete è doveroso un periodo di discernimento, che si ottiene – come chiarito nel paragrafo dedicato alle suore – a momenti di riflessione, anche da condividere col proprio parroco, con la guida spirituale o trascorrendo periodi all’interno di un convento.

Parlando invece della fase iniziale del percorso per diventare prete, esso presuppone un periodo di formazione in seminario che dura 8 anni.

Nei prossimi paragrafi approfondiamo tutti i passi da seguire per arrivare al sacerdozio.

BUONO A SAPERSI – I termini prete e sacerdote indicano la stessa figura. Il parroco è invece colui che è a capo di una parrocchia.

I requisiti

Come per le donne che sentono di avere la vocazione e procedono per incamminarsi sulla strada per prendere i voti avendo determinati requisiti, anche per gli uomini che desiderano votare la propria esistenza a Dio è richiesto di presentare i seguenti requisiti:

  • Essere celibe
  • I vedovi devono garantire di non avere intenzione di risposarsi
  • Possesso del diploma di scuola media superiore o di una laurea
  • Fedina penale pulita e sopratutto non aver avuto condanne per reati contro la persona
  • Età: per ciò che riguarda questo elemento ogni ordine religioso segue regole diverse

BUONO A SAPERSI – Esistono in alcune diocesi cosiddetti seminari Minori che ammettono l’ingresso ai bambini che abbiano conseguito il diploma delle scuole elementari, quindi a partire dagli 11 anni. I seminari Maggiori sono invece quelli dedicati a chi ha conseguito almeno il diploma di scuola superiore.

Il seminario

Il seminario è l’accademia di formazione istituito dalla Chiesa Cattolica per chi decide di diventare sacerdote. Trattandosi di un vero istituto di formazione, coloro che hanno conseguito un titolo accademico possono scontare il numero di anni del percorso universitario seguito per conseguire la laurea, dagli 8 anni previsti per la formazione in seminario.

Per fare un esempio pratico: se si è in possesso di una laurea triennale, gli anni di seminario scendono a 5.

BUONO A SAPERSI – L’ammissione definitiva in seminario viene confermata al secondo anno di Teologia.

Lauree pertinenti col sacerdozio

Alcuni titoli accademici sono più pertinenti di altri per entrare in seminario.

Ecco quali sono:

  • Laurea triennale in Teologia
  • Laurea triennale in Filosofia
  • Laurea triennale in Storia

Chi vuole proseguire dopo la laurea triennale, può andare avanti per un biennio di approfondimento.

Il test di ingresso in seminario

Per accedere al seminario ci si deve sottoporre a un test di ingresso. Il test è obbligatorio e le domande che sono poste abbracciano anche la sfera privata, e servono per scandagliare ancor meglio la vocazione del candidato.

Tra le domande di tipo culturale, invece, si tratta di verificare il livello di studi effettivamente conseguito ed eventuali competenze acquisite.

BUONO A SAPERSI – Per accedere in seminario solitamente è necessaria una lettera di presentazione redatta da un parroco o da persona che fa parte del mondo clericale. Non è una norma scritta specifica e ogni istituto segue regole diverse. In alcuni casi viene valutata anche la votazione finale dopo il conseguimento del diploma o della laurea.

Le materie di studio in seminario

Una persona che entra in seminario deve essere formata ad alto livello e su temi molto importanti.

Ecco la lista delle materie di studio che fanno parte del percorso di studi:

  • Storia della chiesa
  • Teologia dogmatica
  • Teologia morale
  • Filosofia
  • Legge canonica
  • Esegenesi
  • Latino
  • Greco
  • Canti gregoriani

ATTENZIONE: se stai ancora studiando all’Università per conseguire la laurea, lo farai contemporaneamente agli studi in seminario.

Dopo il seminario

Alla fine del percorso di studi in seminario si consegue il titolo di Diacono, che resta tale per un periodo di tempo di almeno sei mesi. Può essere considerato un periodo di prova prima di prendere i voti e servizio effettivo come sacerdote.

La formazione non è ancora finita, ed effettivamente continuerà durante tutto l’arco della tua vita, ma da questo momento si è entrati a pieno titolo nel percorso che porterà al sacerdozio.

Addio al celibato e fedeltà a Dio

E’ arrivato il momento di prendere i voti. Come fai a saperlo? E’ il Vescovo che ti chiamerà per la fase finale, e quindi per ordinarti sacerdote.

La cerimonia dell’ordinazione di un sacerdote si tiene ovviamente in chiesa, ed è il Vescovo di riferimento a ordinare i nuovi preti. Una special formula, con una serie di domande poste dal Vescovo a cui si deve rispondere affermativamente con la formula “Si, lo voglio“, attraverso le quali si confema l’assoluta adesione alle prescrizioni della Chiesa, al celibato e all’ubbidienza, sono la fase finale del lungo percorso per diventare sacerdote.

Alla fine, il Vescovo impone le mani sul nuovo prete ordinato, che si inginocchia dinnanzi a lui. Lo stesso gesto di imposizione della mani sulla testa del neofita viene effettuato dagli altri sacerdoti presenti.

Durante questo rito viene recitata la preghiera di Ordinazione, che dona lo Spirito Santo affinché avvenga la santificazione interiore.

Dopo questa cerimonia entri a pieno titolo nella tua nuova veste di prete, e sarai abilitato a tutti i servizi previsti dal tuo nuovo ruolo sacerdotale.

Suore e preti percepiscono stipendio e pensione?

Non è previsto uno stipendio per suore e preti. Il vitto e l’alloggio per chi vive in convento sono gratuiti.

Discorso a parte per le sorelle e i preti che sono impiegati in lavori esterni. In tal caso, allora, se per esempio si lavora come docente, o come infermiera, si percepisce il conseguente mensile.

I parroci e le madri superiori hanno invece diritto a percepire lo stipendio, e per comprendere l’entità del mensile, un parroco ha una mensilità pari a circa 1.200 euro.

Va detta una cosa: le suore e i preti lavoratori al di fuori dei conventi percepiscono stipendi minori rispetto a quelli correnti per le stesse mansioni dei lavoratori laici.

Se all’interno del convento si ricoprono ruoli dirigenziali raggiunti per anzianità di servizio, a determinare gli importi degli stipendi delle suore, ma anche dei preti, è un particolare istituto, l’ICSC – Istituto centrale di Sostentamento del Clero – che calcola gli importi in base a parametri di professionalità e anzianità.

Per ciò che riguarda, infine, la pensione, esiste il Fondo Pensionistico del Clero e i ratei sono erogati dall’INPS. Ecco la sezione del sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che approfondisce questo argomento: Fondo di Previdenza del Clero

Siti web per approfondire

Se desideri approfondire maggiormente il tema del percorso per diventare suora o prete, puoi visitare alcune piattaforme web ufficiali che forniscono molti dati e informazioni utili.

I siti migliori sono:

Emilia Urso Anfuso

Giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica.
Collabora con Novella2000, il settimanale Visto (interviste a personaggi della politica, della cultura e dello spettacolo) e per altre testate giornalistiche.
Già giornalista del quotidiano Libero per i settori politica, economia e attualità
Collabora con altre testate di informazione
Scrive da diversi anni per i siti di informazione online del Gruppo Puntoblog Media: consumatori.blog, assistenza-clienti.it e lavoratori.blog.
Fondatrice e direttore responsabile, dal 2006, della testata giornalistica di informazione online: www.gliscomunicati.it
Sociologa
Esperta di comunicazione
Ideatrice e conduttrice della trasmissione video MediaticaMente e del ciclo di trasmissioni "Racconti investigativi" insieme al Luogotenente dei crimini violenti del ROS dei Carabinieri Rino Sciuto
I suoi libri sono in vendita su Amazon

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