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Apprendistato: formazione e lavoro garantiscono maggiori opportunità

Carenza di offerta di posti di lavoro? Siamo proprio sicuri? In realtà la situazione in Italia è un po’ diversa da come viene assimilata dalla maggior parte delle persone.

Se da un lato è innegabile che il perdurare della crisi economica abbia causato la chiusura di molte  aziende e attività commerciali, mettendo per strada milioni di lavoratori, e dall’altro lato la pressione fiscale sugli stipendi non rende facile la vita di chi assume, è anche vero che esistono molte opportunità di lavoro, anche per i giovani, a patto di scegliere percorsi di studio mirati a determinati mestieri e professioni.

Negli ultimi anni sta tornando un tipo di apprendimento che era stato messo nel dimenticatoio: l’apprendistato. Molti italiani nel secolo scorso hanno trovato lavoro e messo su famiglia grazie a questa soluzione.

Ora si torna di qualche passo indietro, ed è un bene. Lavorare e, contemporaneamente, poter fare pratica in azienda, non è solo un’esperienza eccellente: rende possibile un inserimento nel mondo del lavoro in tempi minori.

Per comprendere meglio di cosa si tratta e come funziona, continua a leggere i paragrafi che seguono.

Cos’è l’apprendistato

Con il termine apprendistato, si indica una formula che consiste in un percorso di formazione che comprende anche momenti dedicati alla formazione in azienda. È il sistema duale, in massima sintesi, ed è conosciuto fin dall’antichità: un tempo esisteva “il ragazzo di bottega”.

Persino i più grandi pittori e scultori italiani hanno imparato arti e mestieri attraverso la formula dell’apprendistato.

Oggi, ovviamente, le cose sono cambiate ed esistono normative specifiche che regolamentano questo tipo di opportunità per i giovani che possono, in tal modo, fare pratica oltre che studiare la teoria. Elemento, questo, non di poco conto in special modo in un periodo storico in cui, spesso, si fatica a trovare una collocazione lavorativa.

Tipi di apprendistato

Nel nostro ordinamento esistono tre diverse forme di apprendistato:

  • L’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, quello per il diploma d’istruzione secondaria superiore e per ottenere il certificato di specializzazione tecnica superiore
  • L’apprendistato professionalizzante
  • L’apprendistato di alta formazione e ricerca

Nel primo caso e nel secondo caso, si tratta della cosiddetta formazione duale. Attraverso questa formula i ragazzi, durante l’anno scolastico, trascorrono parte del tempo in aula e il resto in azienda a imparare un mestiere. Alla fine del percorso si ottiene – oltre al diploma – una certificazione attestante la partecipazione alle ore di apprendistato.

L’apprendistato professionalizzante, invece, è proposto come forma contrattuale ai giovani con età inferiore ai 29 anni. In tal caso non è un percorso di formazione duale ma un vero lavoro con contratto di assunzione a determinate condizioni, come vedremo di seguito.

L’apprendistato professionalizzante conviene anche a chi assume

Chi ha meno di 29 anni può trovare lavoro grazie al contratto di apprendistato. Una soluzione che può davvero essere conveniente anche per chi assume, dal momento che il datore di lavoro è agevolato dal fatto che, assumendo un apprendista, lo pagherà meno e dovrà versare meno contributi.

Non si tratta, però, di una forma di abuso. Lo stipendio più basso è dovuto al fatto che il neoassunto dovrà imparare il mestiere e passare una parte del tempo a studiare o comunque a formarsi, di conseguenza non potrà apportare in azienda competenze professionali che ancora non ha maturato.

Esistono anche i casi di sfruttamento, ma sta a chi si sente proporre questa soluzione, anche se non in presenza dei requisiti necessari, dire “No”.

Lavorare con un contratto di apprendistato permette ai giovani l’ingresso nel mondo del lavoro, e consente alle imprese, ma anche alle realtà artigianali, di poter ottenere forza lavoro anche se da formare.

In alcuni casi, e per alcune realtà imprenditoriali, è la soluzione migliore e non solo per motivi economici: formare un lavoratore, fargli conoscere le politiche aziendali – oltre che il mestiere – è un ottimo modo per creare il lavoratore giusto per il posto giusto.

Contratto di apprendistato

Passiamo ora alla forma contrattuale. Si tratta di un contratto di assunzione a tutti gli effetti, a cui si aggiunge una sezione in cui è necessario evidenziare il piano formativo sviluppato da un ente di formazione e col coinvolgimento dell’impresa, che se ne fa carico.

La durata stabilita per legge è di minimo sei mesi. Durante questo periodo il giovane ha piena tutela contro il licenziamento: significa che il datore di lavoro non può licenziarlo a meno di situazioni che legittimino, a norma di legge, il licenziamento. Di fatto, l’apprendista assume i medesimi diritti del lavoratore ordinario a contratto.

Finito il periodo stabilito ambo le parti possono recedere, non dimenticando che – per legge – è necessario comunicare il preavviso che parte dal termine stesso del contratto.

Nel caso in cui non vi sia, da una delle parti, una comunicazione di rescissione, il contratto s’intende formalizzato e si trasforma in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Quanto può guadagnare un apprendista?

Come già accennato un apprendista solitamente guadagna meno di un lavoratore con contratto a tempo indeterminato. Questo aspetto è dovuto al fatto di dover ancora imparare il mestiere per cui si è assunti.

Generalmente, il datore di lavoro può scegliere – a parità di mansioni – di inquadrare il neoassunto fino a due livelli inferiori rispetto a quelli normalmente applicati come da normativa vigente.

Altro aspetto da considerare per chi sceglie di assumere un apprendista: le agevolazioni contributive. I versamenti all’INPS sono ridotti proprio perché lo stipendio percepito è più basso di quello di un lavoratore cosiddetto ordinario.

In ogni caso, è un’ottima opportunità sia per chi entra nel mercato del lavoro sia per chi necessita di risorse umane: i giovani imparano un mestiere e possono avere maggiori opportunità di essere confermati.

Le imprese formano direttamente la forza lavoro, con ulteriori vantaggi a medio e lungo termine.

Emilia Urso Anfuso

Giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica.
Collabora con Novella2000, il settimanale Visto (interviste a personaggi della politica, della cultura e dello spettacolo) e per altre testate giornalistiche.
Già giornalista del quotidiano Libero per i settori politica, economia e attualità
Collabora con altre testate di informazione
Scrive da diversi anni per i siti di informazione online del Gruppo Puntoblog Media: consumatori.blog, assistenza-clienti.it e lavoratori.blog.
Fondatrice e direttore responsabile, dal 2006, della testata giornalistica di informazione online: www.gliscomunicati.it
Sociologa
Esperta di comunicazione
Ideatrice e conduttrice della trasmissione video MediaticaMente e del ciclo di trasmissioni "Racconti investigativi" insieme al Luogotenente dei crimini violenti del ROS dei Carabinieri Rino Sciuto
I suoi libri sono in vendita su Amazon

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