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Professione Badante: formazione, opportunità di lavoro e prospettive di carriera

La figura professionale di badante, o assistente familiare, è sempre più richiesta dalle famiglie che necessitano di assistenza qualificata per i propri cari. Questa tendenza si è affermata sempre più nel tempo e sembra compatibile col diminuito ricorso all’assistenza in regime residenziale. Infatti, anche per l’aumentata sensibilità verso la non facile condizione delle persone malate o non più autosufficienti, sembra che la soluzione preferita, naturalmente quando è possibile scegliere, sia l’assistenza domiciliare.

La casa, luogo sicuro e familiare per eccellenza, continua quindi ad essere il centro degli affetti e il punto di riferimento irrinunciabile anche e, soprattutto, in quei casi in cui è realmente terapeutico circondarsi di cose e persone che ricordino l’identità personale e che possano dare protezione anche nelle situazioni più difficili. In ogni caso, per chi sta male è importante trovarsi con i propri cari e in ambiente conosciuto e amato. È importante trovarsi a casa.

Le mansioni

La badante è una professione al femminile, ma non del tutto perché il numero di uomini, che si sta facendo strada in questo campo, è in crescita. Le attività da svolgere riguardano la cura della persona assistita, anziana, malata, disabile o non autosufficiente nelle attività quotidiane, che vanno dalla cura dell’igiene personale, alla preparazione dei pasti, dalla somministrazione di farmaci, all’accompagnamento nelle uscite. La professione richiede, normalmente, di saper cucinare e di provvedere anche alla cura e tenuta della casa, effettuando piccoli lavori domestici, soprattutto quando si è conviventi.

La badante non svolge, dunque, attività di tipo sanitario. È necessario il possesso della patente di guida, se nelle mansioni concordate c’è anche quella di accompagnare la persona assistita per visite o altre commissioni. È richiesta la disponibilità notturna, nei casi più gravi che necessitano di sorveglianza costante. Infatti, una soluzione molto diffusa è quella di offrire, in aggiunta, vitto e alloggio per le badanti disponibili all’assistenza continuata.

I requisiti

Il primo requisito che deve possedere chi decide d’intraprendere questa professione, più simile ad una missione che ad un semplice lavoro, è la capacità di ascolto. Proprio come per l’operatore socio sanitario, l’empatia è fondamentale, perché permette di comprendere i bisogni della persona e di legarsi più facilmente in una relazione che deve essere costruttiva e benefica.

La pazienza è un’altra dote imprescindibile che deve permettere di instaurare un rapporto con una persona in difficoltà, che non accetta la propria condizione e che, magari, è diffidente per natura. Inoltre, rispetto all’OSS, la badante deve introdursi in un ambiente in cui esistono regole e abitudini a cui, nella maggior parte dei casi, ci si deve adeguare per favorire il buon esito dell’assistenza. La fiducia, infatti, deve essere reciproca e si guadagna nel corso del tempo.

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La formazione

Più della metà delle badanti che lavorano in Italia sono di nazionalità straniera. Oltre ai problemi legati alla diversità della lingua, è importante non improvvisarvi nella professione. Infatti, la badante deve svolgere un’importante e delicatissima funzione sociale, entrando in contatto con le fasce deboli della società, cioè anziani, malati e disabili. Pertanto, la sua preparazione non può essere lasciata al caso. Per quanto riguarda il titolo di studio, non sono richieste qualifiche specifiche ma sarà necessario avere una buona padronanza della lingua italiana sia parlata che scritta. Requisito fondamentale per comprendersi al meglio con la persona da assistere. E’, comunque, importante accedere alla giusta formazione per conseguire una specializzazione professionale.

Dato che la badante non deve svolgere attività di tipo strettamente sanitario, non è richiesta né la qualifica di OSS, né quella infermieristica anche se, naturalmente, saranno molto gradite. Però, se il caso lo richiede, deve poter essere in grado ad esempio di prestare i primi aiuti in caso di emergenza, secondo quanto stabilito dalle attività base di pronto soccorso.

Le Regioni organizzano, periodicamente, corsi di formazione suddivisi in attività teoriche e laboratori di pratica o tirocini volta ad insegnare un mestiere a disoccupati e inoccupati. Anche iscriversi ad un’associazione di categoria ha i suoi lati positivi. Infatti, oltre a beneficiare di assistenza legale, fiscale e contabile, questi enti offrono la formazione completamente gratuita in modalità presenza ed e-learning. I temi di studio sono, normalmente, i seguenti:

  • La relazione di aiuto con la persona anziana: l’invecchiamento;
  • Cura e igiene, mantenimento dell’autonomia e della dimensione sociale;
  • La gestione delle emergenze e la chiamata dei soccorsi;
  • Supporto alla deambulazione e all’utilizzo di presidi;
  • Cura e pulizia della casa: organizzare e svolgere i lavori nel domicilio;
  • Laboratori di stiro, tenere il guardaroba, lavare i capi di abbigliamento;
  • Laboratori di cucina, preparazione dei pasti, servizio in tavola.

Ai temi base, sono consigliati approfondimenti in materia di disabilità o malattie neurodegenerative se la natura della persona da assistere lo richieda. I corsi e le qualifiche però, in certi ambiti, non sono decisivi. Infatti, continua ad essere tenuto in buona considerazione il fattore personale. Il colloquio, cioè, tenderà a capire se siete una persona con le caratteristiche giuste, cioè affidabile, puntuale e scrupolosa. Dovrete ispirare fiducia e sicurezza e dovrete andare a genio all’assistito. È plausibile che la famiglia tenderà a sostituirvi, nonostante abbiate corsi e formazione, se non possediate questi requisiti di base.

Infine, per chi vi assume, sono molto importanti le precedenti esperienze, per cui si tende a richiedere referenze scritte.

Diventare badante qualificata: OSA e differenze con OSS

Per fare più chiarezza, dobbiamo precisare che una badante molto qualificata si chiama OSA, cioè Operatore Socio Assistenziale. La figura dell’OSA, ugualmente, mantiene le caratteristiche della mansione non sanitaria, sebbene possa accudire l’assistito anche per necessità fisiologiche (igiene, alimentazione, deambulazione, postura). Le sue competenze sono da considerare più parte socio-relazionale. La durata del corso OSA è di circa 700-900 ore. Al termine si consegue una qualifica ben precisa che permette di lavorare anche in strutture private o prestare assistenza domiciliare.

L’OSS, invece, presta attività di tipo sanitario ed è soggetta alla direzione da parte dell’infermiere. Coordina altre figure e può partecipare a concorsi pubblici ed essere reclutato in strutture pubbliche o trovare lavoro in strutture private o prestare assistenza domiciliare. Il corso con cui si diventa OSS è più specialistico ed ha una durata maggiore di quello per OSA.

Anna

Blogger e collaboratrice del network PUNTO Blog. Mi occupo principalmente di salute, diritti del lavoro e tutela dei consumatori.

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