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Una sola cucina per infinite possibilità: come aprire una ghost kitchen

La digitalizzazione e la tecnologia stanno, pian piano, invadendo ogni settore, in primis quello della ristorazione. Sono tanti i format e le app presenti online, il cui scopo è quello di ampliare e di rispondere al crescente fenomeno del food delivery.

Condizioni come il lockdown, lo smart working e la stessa pandemia da COVID 19 hanno contribuito attivamente allo sviluppo progressivo di tale realtà, anche in Italia. Qui infatti il concetto di ristorazione tradizionale, con la consumazione del cibo direttamente nel locale in cui viene cucinato, è sempre risultata la scelta migliore, soprattutto quando il desiderio è quello di mangiare qualcosa di appetitoso senza mettersi ai fornelli. 

Al contrario all’estero, il fenomeno del food delivery sembra aver “contaminato” la società già molti anni fa, riscuotendo notevole successo. Ora anche noi abbiamo compreso i vantaggi di un cibo realizzato in una cucina professionale e consumato comodamente a casa propria.

Il food delivery infatti non comporta particolare stress, se non quello di ordinare tramite un’app di facile utilizzo, rispondendo a qualsiasi target grazie a prezzi più accessibili rispetto a una classica cena consumata al ristorante. 

La risposta a tale fenomeno è la progressiva espansione delle Ghost Kitchens. “Ghost kitchen” è un termine letteralmente traducibile come “cucina fantasma”. Si tratta di ristoranti che non sono famosi per il loro locale, la loro posizione o la loro fama, bensì per i piatti e le ricette che riescono a produrre e a portare sulle nostre tavole.

Vista tale premessa avrai pensato di aprire anche tu una ghost kitchen se sai di essere un cuoco in gamba e di poter soddisfare le richieste di molte app di food delivery, avviando in tal modo un business di successo.

Tuttavia, come per ogni attività professionale, sono tanti gli aspetti da evidenziare e da considerare prima di portare tutto nella realtà. È fondamentale compiere delle riflessioni e delle considerazioni accurate, in merito ai requisiti, ai costi (sia di investimento iniziale che per la gestione del locale), alle certificazioni necessarie e alle normative da rispettare, iniziando fin da subito con il piede giusto. 

In questo articolo cerchiamo comprendere tutto ciò che riguarda il mondo delle ghost kitchens: cosa sono e quali sono le principali differenze tra una ghost kitchen e una dark kitchen. Faremo chiarezza in merito al budget economico di cui avrai bisogno per iniziare la tua attività e a quali norme il tuo locale dovrà rispondere. Un focus riguarderà le app di food delivery e la modalità migliore per poterle sfruttare a tuo vantaggio. Vediamo anche le possibilità di guadagno che puoi raggiunger con questa particolare e innovativa tipologia di lavoro.

Cos’è una ghost kitchen?

La caratteristica principale di una ghost kitchen è che si tratta di un ristorante che si compone esclusivamente dalla cucina senza avere la sale dove mangiare, al contrario dei ristoranti tradizionali.

In Italia il fenomeno delle ghost kitchen ha iniziato ad espandersi, e ben presto a progredire, in particolare durante la pandemia del COVID 19.

In quel periodo le persone sono state costrette a restare a casa, al fine di evitare la diffusione del virus e la propagazione dei contagi, e questo ha impedito loro di recarsi nei loro ristoranti preferiti, come accadeva in precedenza.

Ma grazie alle ghost kitchen chiunque ha potuto iniziare a gustare piatti pari per qualità ad un qualsiasi ristorante, ma senza uscire dalle mura di casa propria. 

Un’idea geniale che oggi, nonostante il COVID-19 non risulti più un problema grave come in precedenza, è molto apprezzata da tante persone, in quanto si possono gustare cibi squisiti e cucinati con materie prime di alta qualità, senza la preoccupazione di prenotare il tavolo o di uscire fuori casa.

Grazie al food delivery e alle ghost kitchen si possono ordinare i piatti tramite una semplice telefonata oppure attraverso le tante app a tema presenti online, ad esempio Just Eat, Glovo, Deliveroo.

Inoltre il pagamento di quanto ordinato viene effettuato alla consegna con contanti o POS.

Altro aspetto rilevante di una ghost kitchen è che il menu, come in un qualsiasi ristorante tradizionale, può essere modificato e personalizzato a piacere, scegliendo i piatti da offrire ai propri clienti in base a numerosi variabili.

Vantaggi nell’aprire una ghost kitchen

Sono davvero molti i vantaggi che si possono ottenere scegliendo di aprire una ghost kitchen:

  • Puoi scegliere il personale e a chi affidare le consegne: nessuno infatti ti obbliga ad affidarti ad un player di delivery per la consegna dei prodotti che cucini.
    Di fatto, se da un lato elimina il problema della gestione del personale delle consegne, dall’altro ti impedisce di avere un contatto diretto con i tuoi clienti.
    Con dei rider scelti da te puoi avere un maggior controllo sui tuoi prodotti durante il trasporto, dalla cucina alla destinazione finale. Puoi infatti incitare i tuoi rider a fare del proprio meglio per garantire un miglior servizio.
    Ricordati che il servizio, che sia esso di buona qualità o meno, ricade sull’immagine del tuo ristorante. Se il cibo viene consegnato senza prudenza, in ritardo o freddo può provocare danni alla tua fama locale, è perciò meglio ponderare la scelta, per la tua attività e per la tipologia di prodotti offerti.
  • Meglio personalizzare il menu, scegliendo cibi adatti ad una ghost kitchen: aspetto fondamentale da tenere a mente è che una delle caratteristiche principali che rende una ghost kitchen un successo è la rapidità di consegna. In altre parole in una manciata di minuti il cliente deve poter gustare cibo ordinato.
    Per tale ragione i tempi destinati a cucinare, considerando la consegna, sono relativamente brevi. È perciò importante stilare un menu con piatti facili e veloci da realizzare, come ad esempio tacos, hamburger, panini, insalate e poke. La differenza tra te e la concorrenza è data dalla qualità dei piatti prodotti, dalla ricerca attenta delle materie prime e da come viene effettuato il servizio di consegna.
  • Gestione autonoma dei dati offerti dalla tua clientela: evitando, come già suggerito nel primo punto dell’elenco, le app di delivery food e consegne svolte da terze parti, puoi avere maggiore controllo non solo sulla consegna dei tuoi piatti, ma anche sui dati che i tuoi clienti rilasciano al rider quando l’ordine arriva a casa loro. Se non procedi in tal modo non solo perdi i ricavi derivanti dalla distribuzione, ma perdi anche preziosi dati forniti dal cliente, ovvero il suo feedback riguardante la consegna del prodotto e i servizi aggiuntivi.
  • Costi di gestione più bassi e accessibili rispetto a un ristorante tradizionale: ciò è dovuto al fatto che lo spazio che ti serve è decisamente ridotto rispetto a quello necessario per un ristorante tradizionale.
    Ti serve infatti soltanto un ambiente da adibire a cucina, senza pensare alla sala. Di conseguenza l’affitto, l’acquisto del locale e i costi dovuti alle utenze sanno inferiori e più facili da gestire.
    La riduzione dei costi di gestione è evidente anche per quanto riguarda il personale, in quanto non hai necessità di personale che serve ai tavoli, ma solo di cuochi e riders per le consegne.
  • Un’utile alternativa per testare prodotti e clientela di un luogo: molti imprenditori, prima di aprire una nuova sede di ristorazione classica o dare inizio ad una nuova catena di ristoranti, testano i clienti e il loro apprezzamento nei confronti di un nuovo prodotto alimentare.
    Se l’esito risulta positivo possono scegliere di investire maggiormente sul prodotto da offrire, con l’apertura non solo di nuove ghost kitchen, ma anche di ristoranti veri e propri, in cui i clienti possono recarsi e vivere la stessa esperienza vissuta a casa propria.
  • Se invece hai già un locale di ristorazione puoi ampliare la clientela: se infatti possiedi già un locale o un ristorante in una particolare area della città e vuoi ampliare la tua fama anche in altre aree e quartieri, senza investire un capitale esagerato, puoi optare per una ghost kitchen.
    Ciò permette non solo di farti conoscere in una zona diversa da quella del tuo principale locale, ma anche di dare alla persone che già ti conoscono una seconda opportunità per gustare i tuoi piatti, senza necessariamente recarsi sul posto.

Le ghost kitchen indipendenti e le ghost kitchen di proprietà di altri locali

Quando ci addentriamo nel mondo delle ghost kitchen è importante sapere che si dividono in due grandi categorie, ovvero quelle indipendenti e quelle di proprietà di altri locali di ristorazione

Le Ghost Kitchen indipendenti sono realtà non collegate a nessun’altra, che iniziano quindi da zero e creano un loro menu personalizzato, con una propria gestione, il proprio personale e la struttura migliore per le proprie necessità.

Questa tipologia di ghost kitchen, se da un lato ha lo svantaggio di doversi far conoscere dalle persone e di dover creare da zero una clientela di fiducia, dall’altro lato ha il grande vantaggio che può essere camaleontico, adattandosi alle mode e alle abitudini dei propri potenziali clienti e valutando quali sono i cibi più apprezzati, quali le attenzioni e quali i servizi che le persone preferiscono.

Inoltre, essendo una realtà indipendente, è possibile modificare il menu aggiungendo e togliendo prodotti, in base alle mode e ai trend del momento, senza rendere conto a terze parti.

Il secondo caso invece, quello delle ghost kitchen nate come proprietà di altri ristoranti, che siano parte di una catena o legate ad un ristorante tradizionale, la cucina nasce come conseguenza del successo dell’altro locale.

Ciò significa che tutto ciò che viene proposto nel menu non è personalizzato, ma dipende da quanto proposto nell’altro locale.

La ghost kitchen in molti casi serve a dare al ristorante tradizionale e ai suoi clienti una versione delivery delle loro specialità più apprezzate, al fine di ampliare l’offerta e i servizi.

Il vantaggio di tale tipologia di ghost kitchen è non solo l’ampliamento dell’offerta proposta ai clienti, ma anche quella di dare la possibilità alla struttura principale di aumentare il numero di ordini, e di conseguenza di incasso, senza incrementare il carico di stress del personale.

Differenze tra ghost kitchen e dark kitchen

Una ghost kitchen, se volessimo descriverla con un termine italiano, potremmo definirla un laboratorio di cucina, i cui piatti sono dedicati esclusivamente al delivery food.

Il locale di una ghost kitchen non distribuisce alcun prodotto direttamente al cliente: una ghost kitchen, ad esempio, non ha mai un’insegna particolarmente evidente e non vuole attirare i suoi clienti alla sede di produzione.

Inoltre spesso accade che in un’unica ghost kitchen vengano prodotti piatti per differenti brand di delivery food, ad esempio piatti di pesce, di carne, fast food o pizza.

Una dark kitchen invece, di norma, è la soluzione più adatta a chi ha già un locale di ristorazione di proprietà e uno spazio ulteriore da dedicare a cucina. Questo laboratorio di cucina viene creato all’interno di un’altra struttura adibita ad un diverso genere di ristorazione.

Una dark kitchen permette di offrire una variante adatta al delivery dei cibi offerti in sala, senza grandi investimenti di capitale per affitti e utenze. È perfetta in caso di zone ad alta densità di scuole e uffici, per persone che cercano un servizio veloce ed efficiente senza spostarsi dal luogo in cui si trovano.

Essendo le dark kitchen all’interno di altri ristoranti è possibile offrire anche il take away, ovvero la possibilità per i clienti di ritirare il proprio ordine recandosi al ristorante.

Capita che un imprenditore scelga questa opportunità per avere due brand diversi, indipendenti tra loro e con due menu distinti, ma con costi ridotti. Utilizzando tale soluzione, essendo la struttura che accoglie i due brand la stessa, il personale e i costi di gestione sono i medesimi, ma il ricavo è maggiore, se non addirittura doppio.

Cosa sono le cloud kitchen?

Esiste una terza versione di ristorante cucina adatta al delivery, il cui nome è cloud kitchen.

Si tratta, come le altre tipologie di cucina, di una soluzione che permette di abbassare i costi di gestione rispetto ad un normale ristorante, ma questa in particolar modo.

In questo caso infatti viene applicato il concetto di co-working, in altre parole le persone che decidono di aprirne una condividono sia il locale che i costi di gestione.

Questa è la soluzione perfetta per tutti quei professionisti che decidono di condividere lo spazio di lavoro in cambio di costi decisamente più accessibili. Una situazione analoga può avvenire nel caso in cui il locale è nelle mani di una società immobiliare e all’interno sono previste diverse postazioni di lavoro: in tal caso è possibile affittare una di queste postazioni, avviando la propria attività e contenendo i costi di gestione.

Come aprire una ghost kitchen

Ora che abbiamo visto cos’è una ghost kitchen in tutti i suoi aspetti più importanti possiamo analizzare tutte i passi da fare per aprirne una.

Sono principalmente tre le questioni da affrontare: la scelta del locale, le normative da rispettare e non ultimo i costi, le spese da sostenere.

Tali questioni andrebbero tutte affrontate prima di buttarsi nell’impresa, in modo tale da essere sicuri delle proprie scelte, del capitale a disposizione e di come è necessario procedere per realizzare un locale adatto alle nostre esigenze.

Vediamo quindi questi tre aspetti nei paragrafi che seguono.

Come scegliere il locale per una ghost kitchen

Scegliere il locale adatto ad una ghost kitchen non è particolarmente difficile.

Non è necessario disporre di molto spazio: è sufficiente che sia di 20 o 30 mq, quanto basta per accogliere una cucina professionale.

È fondamentale però che sia dotato di acqua corrente, di allacciamenti per il gas e di riscaldamento, ma soprattutto che il locale risponda alle norme igienico-sanitarie, una questione che analizzeremo in maniera approfondita nel prossimo paragrafo.

Le normative che regolano le ghost kitchen

Aspetto a cui è fondamentale porre attenzione quando si parla dell’inaugurazione di una però sono le normative, nonché le certificazioni igienico-alimentari che il locale deve possedere.

Dal punto di vista della legge infatti le ghost kitchen sono da considerarsi “attività di ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto”, in altre parole un locale che si occupa della produzione di cibo che però non viene consumato nello stesso luogo in cui si prepara. Tali tipologie di attività sono assimilabili al codice Ateco 56.10.2.

Essendo tali attività dedicate alla produzione e alla distribuzione di alimenti ci sono delle specifiche regole da rispettare, così come previsto dall’Unione Europea.

In particolare è fondamentale ricordare il Regolamento CE n. 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari, il cui scopo è quello di garantire il massimo livello di igiene e di sicurezza per tutti gli alimenti che vengono consumati.

Tale norma, soprattutto a seguito della pandemia da COVID-19, si è resa necessaria in quando ogni consumatore ha il diritto di essere sicuro di tutti gli alimenti con cui decide di entrare a contatto.

Applicazione pratica della normativa sull’igiene dei prodotti alimentari

È importante che ogni alimento pronto per la consegna sia trasportato all’interno di appositi contenitori igienizzabili. Per garantire ciò tali contenitori devono essere realizzati con materiali adatti alla conservazione e al trasporto degli alimenti, così come previsto dal Regolamento CE 178/02.

Inoltre, sempre secondo la normativa sopra citata, anche la temperatura di trasporto degli alimenti è importante. In caso di alimenti freddi la temperatura ideale per la conservazione e la qualità dell’alimento dal punto di vista igienico è tra i 4 e gli 8°C, a seconda del tipo di prodotto, mentre nel caso in cui si tratta di un alimento da distribuire caldo, deve essere consegnato e trasportato ad una temperatura di almeno 63°C.

L’ente che ha la responsabilità di assicurarsi che tale normativa venga rispettata è l’OSA (Operatore del Settore Alimentare). L’OSA, nel caso in cui le norme di confezionamento e quelle igienico-sanitarie non siano rispettate, accuseranno in primis l’attività e il suo proprietario, anche nel caso in cui la consegna venga affidata a terze parti, ovvero le piattaforme di delivery.

Quando decidiamo di affidarci a enti terzi per la distribuzione e consegna dei nostri prodotti è importante mettere in chiaro alcuni aspetti, al fine di evitare spiacevoli inconvenienti in seguito.

Si possono scegliere due opzioni. La prima prevede il mantenimento della propria insegna virtuale, con la garanzia, a favore dell’aggregato, di un pagamento per il servizio di consegna, ma soprattutto con una modalità che cambia a seconda della piattaforma con cui si desidera collaborare. La seconda opzione invece prevede la scelta del franchising, agendo secondo le regole stabilite dall’azienda che offre tale opportunità. 

Quanto costa aprire una ghost kitchen?

Quando l’intenzione è quella di aprire una ghost kitchen i costi da considerare sono molti, seppur inferiori rispetto a quelli necessari per un ristorante tradizionale.

Sono da considerare tutti i costi legati alle attrezzature e agli strumenti necessari in cucina, in altre parole forni, congelatori, piastre a induzione, celle frigorifere e tutta la strumentazione specifica per la preparazione dei piatti che si intende inserire nel proprio menu.

I costi per il materiale appena citato sono variabili e possono aggirarsi (sempre considerando che tali strumenti siano professionali e di buona qualità) tra i 30.000 e i 100.000€.

Sono quindi da aggiungere i costi dell’affitto del locale e del personale. Il costo mensile medio per l’affitto di un locale di circa 20/25 mq si aggira intorno a 650€, una cifra che può oscillare verso l’alto o verso il basso a seconda del luogo e della città in cui si trova la ghost kitchen.

Bisogna poi aggiungere il costo mensile del personale. La cifra, anche in tal caso, può variare in base a differenti fattori, ad esempio la quantità di professionisti, la loro esperienza e se sono disposti o meno a fare straordinari.

In generale una ghost kitchen, in una condizione standard, ha bisogno di uno chef, di un paio di aiuti cuoco, un lavapiatti e i riders, da un minimo di tre ad un massimo variabile a seconda degli ordini a cui l’attività deve rispondere.

Per la brigata, formata dallo chef e dai due aiuti cuoco, la spesa mensile è di circa 5000€ al mese. A tale cifra si aggiunge il costo del lavapiatti e dei tre riders, pari a circa 3000€ al mese.

Aspetto da ricordare è che tali cifre riguardano soli gli stipendi fini a sé stessi, ciò che viene percepito dai lavoratori. A ciò bisogna sommare anche la spesa delle tasse, sempre a carico dell’imprenditore, pari a circa il 45% della somma del costo degli stipendi.

Come creare il menu per una ghost kitchen

Adesso che abbiamo compreso tutti gli aspetti di natura economica relativa ad una ghost kitchen è importante, prima di passare al pratico, pensare a quella che può essere considerata la parte più caratterizzante di essa, ovvero il suo menu.

È necessario porsi alcune domande, ad esempio quali sono le mode dal punto di vista culinario, cosa è più apprezzato e consumato, quali sono i propri “cavalli di battaglia”, i piatti che fanno parte del proprio bagaglio culturale e della propria esperienza in cucina.

Queste domande renderanno più facile stilare un buon menu, che possa da un lato accontentare le esigenze dei potenziali clienti, dall’altra sfruttare le proprie abilità e le proprie competenze nel campo della ristorazione.

I piatti presenti nel menu determinano la buona riuscita e il successo di una ghost kitchen, ovvero la quantità di clienti e di ordini e, di conseguenza, l’incasso ottenuto da tale attività.

Il consiglio è quello di scegliere un menu e dei piatti che possano essere prodotti e consegnati velocemente, in modo tale da poter garantire consegne rapide e soddisfazione da parte dei clienti. Per tale ragione meglio scegliere piatti la cui preparazione degli ingredienti possa essere svolta in precedenza, in modo tale che durante gli orari di consegna tutto possa essere cucinato in poco tempo.

Altro consiglio è quello di evitare menu troppo elaborati, che offrono decine di opzioni. Al di là di quanto si può immaginare è un problema sia per la cucina, in quanto ci sono troppe preparazioni a cui pensare contemporaneamente, sia per la clientela, che si trova costretta a scegliere tra numerose opzioni, rendendo il tutto molto confusionario e stressante. Meglio un menu con pochi piatti, selezionati con cura in base agli aspetti sopra citati.

Come vendere i propri prodotti tramite le app delivery

A seguito del grande successo del food delivery anche in Italia sono tante le piattaforme a cui ci si può rivolgere per la vendita e la consegna dei propri prodotti, basta pensare a colossi del settore, come Deliveroo, Just Eat e Glovo.

Ma come possiamo metterci in contatto con tali piattaforme? In cosa consiste, in particolare in termini economici, la collaborazione tra una ghost kitchen e una piattaforma di food delivery?

Tutto ha inizio con la compilazione di un semplice questionario, nel quale verranno richiesti alcuni dati di contatto relativi al ristoratore che ha fatto richiesta. A quel punto, nel giro di alcuni giorni, si viene contattati da un tutor, il cui compito è quello di fornirci tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno. 

Ogni piattaforma presenta le sue peculiarità, ma dal punto di vista della riscossione del loro compenso agiscono tutte in maniera molto simile. Esistono due possibilità: la prima il pagamento di una quota mensile, che possa coprire il loro servizi, in maniera forfettaria (in tal caso si possono fare infinite consegne, ma il costo da corrispondere a loro è sempre il medesimo), oppure la seconda prendendo delle provvigioni, di solito tra il 12 e il 25% sul totale di ogni scontrino.

Infine, è importante evidenziare che le app di delivery si occupano esclusivamente delle consegne. Per tale ragione sulla piattaforma viene segnalato sia il menu che l’insegna virtuale della ghost kitchen.

Esistono però sistemi che offrono vari servizi a chi decide di aprire una ghost kitchen, in particolare il servizio di consegna dei prodotti, l’insegna virtuale, il menu e, in alcuni casi, anche l’attrezzatura necessaria. Quando siamo di fronte a ciò ci stiamo riferendo al franchising. Vediamo nel prossimo paragrafo di cosa sia tratta. 

Aprire una ghost kitchen in franchising

Il franchising offre molte opportunità e spesso buoni margini di fatturato.

Grazie a diversi servizi è possibile lavorare per diversi brand nello stesso punto vendita. Di norma il sistema del franchising offre a chi vuole aprire la sua cucina virtuale tutto ciò che gli serve, ovvero l’attrezzatura, gli elettrodomestici professionali, il menu, la pubblicità, il servizio di consegna e i fornitori migliori, sia dal punto di vista della qualità dei prodotti che dei prezzi.

Di solito il franchising funziona in due modalità:

  • Partendo da zero: acquisendo un nuovo locale da adibire a ghost kitchen e decidendo se avviare un franchising monomarca che accolga più marchi minori e la produzione di prodotti alimentari differenti;
  • All’interno di un locale già esistente: non importa che tipo di locale sia, se riguarda il mondo della ristorazione o un altro settore. Si può avviare una ghost kitchen in franchising anche in un contesto professionale già avviato, incrementando in tal modo i profitti. 

Di solito queste strutture di franchising hanno alle spalle una solida attività di marketing, caratterizzata da siti di e-commerce, collaborazioni con piattaforme di food delivery ben avviate e sistemi di fidelizzazione per aumentare la propria clientela.

In particolare, visita il sito di Ghost Kitchen Italia: il pacchetto all inclusive comprende non solo menu realizzato dallo chef Stefano Callegaro, ma anche accesso a video-corsi, e-commerce, strategie di comunicazione sui social network, esclusività di zona e tanto altro ancora. Alla pagina Apri la tua Ghost Kitchen trovi tutte le info per iniziare.

Sul sito di Ghost Kitchen.it non solo troverai le informazioni per contattarli e avviare la tua ghost kitchen, ma anche saperne di più su dark kitchen o cloud kitchen, insomma, quello che più può fare al caso tuo!

Possibilità di guadagno

Le possibilità di guadagno, quando si decide di aprire una ghost kitchen, sono difficili da quantificare. Tanti sono i fattori che possono far incrementare o meno il profitto economico di una simile attività.

Il consiglio, dato che si tratta di un lavoro nel campo della ristorazione, è quello di avviare l’attività in un contesto cittadino per coprire con le consegne un’ampia area della città. Se le tue possibilità economiche sono ridotte, sei abile ai fornelli ma non molto con il mondo del marketing, meglio scegliere l’opzione del franchising, magari lavorando per più brand contemporaneamente. 

Inoltre cerca sempre di avere un contatto diretto con la tua clientela, crea una sorta di fidelizzazione, offrendo loro servizi aggiuntivi e raccogliendo recensioni in merito al tuo operato. Si tratta di tante piccole strategie che possono garantirti un profitto soddisfacente, ma l’aspetto più importante per ottenere il miglior successo è sempre è solo uno: mettere al centro dei propri interessi i clienti e le sue aspettative, rispetto alla qualità del cibo e delle consegne, e mantenere i prezzi concorrenziali rispetto alle altre strutture di ristorazione presenti nei dintorni.

Conclusioni

Ti piacerebbe aprire una ghost kitchen? Hai trovato tutte le informazioni che cercavi? Ne avevi mai sentito parlare? Lascia un commento con la tua opinione in merito o con la tua testimonianza.

Eleonora Zizzi

Eleonora Zizzi nasce a Pinerolo, il 13 giugno del 1996. Fin da piccola, nonostante le difficoltà e il suo lottare contro ogni dogma e stereotipo, ha sempre avuto nobili obiettivi in testa. A quattordici anni inizia il suo percorso liceale presso l’Istituto Porporato di Pinerolo - indirizzo Scienze Umane. Cinque anni dopo consegue il diploma.

In quel momento riesce a far chiarezza su ciò che vuole davvero dalla vita: scrivere, in particolare tutto ciò che concerne la scrittura creativa e, di conseguenza, il viaggiare con la mente. In questi anni il suo percorso professionale e formativo inizia ad affondare le prime radici, trasformando nel tempo la sua passione in un vero lavoro.

Negli anni successivi al diploma si dedica in primis alla poesia e alla narratologia, partecipando presto ai suoi primi concorsi letterari. Ottiene buoni risultati: qualche menzione d’onore e persino un attestato di vittoria. Tutto ciò la riempie d’entusiasmo e mille progetti nel campo della letteratura prendono vita. La voglia di scrivere e di esprimersi con le parole, che siano esse su carta o tramite la tastiera di un pc, sembra non esaurirsi mai.

Eleonora negli ultimi anni, nonostante il suo sogno sia parzialmente realizzato, non hai mai estinto la sua sete di sapere. Giorno dopo giorno, continua ad affinare le sue competenze nelle varie diramazioni della comunicazione, dal copywriting allo storytelling, fino ad arrivare a questioni più complesse, come lo studio del neuromarketing e della SEO.

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