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Web reputation e ricerca di lavoro: tutto ciò che si deve sapere per non commettere errori

La società in cui viviamo è profondamente cambiata negli ultimi 15 anni. A monte di questa profonda modifica vi è senza dubbio la diffusione, su larga scala, del web, dei Social Network, dei blog e dei siti di informazione online.

L’iper comunicazione virtuale, cui non eravamo abituati fino a una manciata di anni fa, ha pian piano preso il pieno controllo dell’esistenza quotidiana di quasi ogni singolo individuo, al punto da non essere troppo semplice poter verificare la differenza tra la comunicazione interpersonale e la comunicazione virtuale.

Tutto questo, se da un lato e per molti aspetti rappresenta un’evoluzione positiva in seno alla società, che progredisce di pari passo allo sviluppo delle nuove tecnologie, dall’altro lato deve far attentamente riflettere su un tema, anch’esso di nuova generazione: la reputazione personale, o meglio, la web reputation.

Se un tempo la reputazione di una persona si fondava sulle sue azioni di individuo, di cittadino e di contribuente, e l’accettazione sociale dipendeva dal livello di correttezza e onestà presi in considerazione al momento opportuno e secondo i casi, oggi la reputazione è strettamente legata ai nostri comportamenti sul web.

Cosa pubblichiamo? Cosa scriviamo? Che tipo di foto stiamo diffondendo? Qual è la nostra tendenza politica? Cosa pensiamo di tutto ciò che accade nel mondo? Tutto è reso pubblico attraverso le esternazioni prodotte in formato digitale, ma non bisogna dimenticare che queste informazioni non rappresentano nulla di virtuale ma sono l’espressione del nostro reale pensiero e rendono visibile uno spaccato della quotidianità.

Materiale molto privato quanto importante, perché permette – a chi opera professionalmente in tal senso – di analizzare a fondo la personalità di un soggetto, tanto da attrarre per esempio i recruiter, i selezionatori di risorse umane, che proprio scandagliando la web reputation di un candidato aggiungono elementi fondamentali alla scelta finale, quella di assumere o meno una persona.

In questo articolo approfondiamo un tema da non sottovalutare: il peso della web reputation quando ci si candida per un posto di lavoro.

Recruiter e web reputation: una solida alleanza

Come si comporta, oggi, un selezionatore di risorse umane? Semplice: non appena si trova tra le mani un curriculum vitae, cerca informazioni sul candidato. Come? Semplicemente digitando il suo nominativo su un motore di ricerca.

Secondo uno studio recente, il 23% dei selezionatori è abituato a scandagliare la vita dei candidati attraverso l’incursione nei loro profili social.

Otto selezionatori su dieci cercano comunque maggiori informazioni sul web. È un metodo semplice e immediato per entrare in possesso di una mole di dati che, molto più di un curriculum vitae, può far davvero comprendere chi si sta candidando per una determinata posizione di lavoro.  

I dati che si riescono a evincere da questo tipo di ricerca sono molti, e rappresentano realmente la vita di una persona. La ricerca non si ferma alla verifica dell’indicizzazione del nominativo, ma procede alla scoperta dei profili presenti sui Social Network.

Qui si apre davvero un mondo al recruiter, che scrutando con attenzione il modo in cui un individuo si presenta al mondo, seppur in forma virtuale, ha davvero una scansione del carattere, delle abitudini, dello stile di vita e delle idee che manifesta apertamente al proprio network di contatti.

Ecco quindi che ciò che si pubblica sulle reti social diventa di fondamentale importanza quando ci si presenta per candidarsi per una posizione in azienda.

Se, per esempio, si è avvezzi a postare fotografie che ritraggono in pose o atteggiamenti sconvenienti, oppure se si attaccano gli altri utenti per discussioni sulla politica o altri temi, questi atteggiamenti possono essere altamente penalizzanti.

Non è però il caso di urlare allo scandalo, perché se ci si pensa bene, chi darebbe un posto di lavoro a una persona aggressiva, oppure volgare o che è abituata a millantare competenze? Non a caso, infatti, 1 selezionatore su 4 usa scartare i candidati considerati non consoni alla posizione proposta proprio a causa dei contenuti che sono stati trovati sui profili social o, più in generale, sul web.

Meglio quindi considerare attentamente cosa sia più giusto pubblicare e cosa evitare.

Cose da evitare sui social quando si sta cercando lavoro

Non bisogna fare differenze tra la vita reale e quella virtuale. Questa riflessione è alla base di una buona reputazione. Essere una persona che dà di sé una buona impressione, non cambia in base al luogo in cui ci si presenta.

Attenzione però a non confondere il significato del titolo di questo paragrafo: non stiamo consigliando di millantare, di creare cioè un personaggio diverso da ciò che si è realmente.

Non basta certo modificare strategicamente il modo in cui ci si pone su Internet per ingannare un reclutatore di risorse umane, e anche se ciò dovesse avvenire, mentire porta – sul breve e medio periodo – a perdere l’agognato contratto lavorativo.

La realtà dei fatti non si può celare, in special modo quando si tratta di carattere, competenze e intelletto.

Alcuni consigli saranno molto utili a tutti coloro che stanno inviando i loro curriculum, con l’umana speranza che esso sia preso in considerazione dal responsabile delle risorse umane.

Nei prossimi capitoli scoprirai tutto ciò che è bene fare, e non fare, per avere un’ottima reputazione anche sul web.

Le condivisioni sui social possono diventare un’arma a doppio taglio

Tutto ciò che facciamo su Internet, in special modo sui nostri profili Social, diviene pubblico e facilmente riscontrabile tramite una semplice ricerca.

Se non si desidera che la propria esistenza sia troppo pubblicizzata, conservando uno spazio personale anche sui social, basta selezionare le opportune opzioni della privacy, presenti sulle funzioni di Facebook, Twitter, Instagram e altri, e limitare la diffusione dei contenuti a un pubblico ristretto di amici.

Verificare la propria web reputation

Il primo consiglio utile è quello di verificare in prima persona la propria web reputation, esattamente come farebbe un recruiter.

È sufficiente digitare il proprio nome e cognome su un motore di ricerca come Google, per ottenere informazioni molto interessanti su come possono gli altri comprendere chi siamo.

La cosa preferibile sarebbe ottenere, da questa ricerca, informazioni sulla propria professionalità tra i primi risultati della ricerca. Significherebbe essere ben posizionati, e questo è un punto a favore.

Partecipare ai forum di discussione aiuta a migliorare la web reputation

Uno dei segreti per creare una buona web reputation se si sta cercando lavoro, è quello di partecipare attivamente, e con una certa frequenza, a forum di discussione online, preferibilmente che trattino temi legati al lavoro o alla professione che si intende svolgere.

Se, per esempio, si è particolarmente competenti in una determinata area, è bene rispondere frequentemente alle domande degli altri utenti, in modo da diventare un punto di riferimento per chi cerca informazioni.

Anche sui profili social, non bisogna limitarsi a pubblicare le foto delle vacanze, o scrivere battute di spirito: parlare del lavoro, della professione, o del settore in cui si vorrebbe lavorare, magari diffondendo notizie utili o informazioni positive su quel determinato comparto, non può che aumentare positivamente il livello di web reputation.

Emilia Urso Anfuso

Giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica.
Collabora con Novella2000, il settimanale Visto (interviste a personaggi della politica, della cultura e dello spettacolo) e per altre testate giornalistiche.
Già giornalista del quotidiano Libero per i settori politica, economia e attualità
Collabora con altre testate di informazione
Scrive da diversi anni per i siti di informazione online del Gruppo Puntoblog Media: consumatori.blog, assistenza-clienti.it e lavoratori.blog.
Fondatrice e direttore responsabile, dal 2006, della testata giornalistica di informazione online: www.gliscomunicati.it
Sociologa
Esperta di comunicazione
Ideatrice e conduttrice della trasmissione video MediaticaMente e del ciclo di trasmissioni "Racconti investigativi" insieme al Luogotenente dei crimini violenti del ROS dei Carabinieri Rino Sciuto
I suoi libri sono in vendita su Amazon

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