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Aprire una edicola: conviene ancora nel 2018?

Uno dei mestieri che conserva un fascino che resiste al tempo e alla tecnologia è quello dell’edicolante. Soprattutto per i giovani l’edicola, infatti, era la meta dove giungere per impadronirsi di fumetti, collezionabili da montare o da riporre sui migliori scaffali, riviste di settore, album di figurine, video cassette, poi digital disc e così via.

Era un antro abitato da un simpatico signore, l’edicolante appunto, che conosceva le notizie prima di tutti e che aveva la fortuna di vivere in mezzo a ricchezze da leggere e guardare. Il pregio del lavoro in edicola è che, se i clienti non arrivano, la noia non esiste e la ricompensa sta in tutto ciò che ti circonda.

La crisi dell’editoria tradizionale

Tuttavia, non bisogna nascondere che il settore dell’editoria, in tempi recenti, ha attraversato una crisi dovuta al successo di nuovi mezzi di comunicazione e condivisione che suggeriscono la fruizione di contenuti direttamente in streaming o, comunque, in tempo reale attraverso la rete. Inoltre, sempre più persone preferiscono le versioni digitali degli stessi quotidiani o periodici, rinunciando alla carta stampata, in ‘un’ottica di imperante dematerializzazione per il bene del pianeta, per il risparmio, per la nostra comodità.

La tendenza, però, non sembra né costante, né irreversibile perché tante persone, ancora oggi, continuano a preferire le pagine, il profumo della carta patinata e il lato umano del servizio. Infatti, il piacere della lettura sta, in parte, anche nel libro o nel giornale da sfogliare che, una volta prodotto, non consuma energia, non affatica la vista, non va ricaricato e può essere riciclato, collezionato o regalato, a seconda delle vostre abitudini. Dunque, leggere è anche libertà.

Gli aspetti fiscali di aprire un’edicola

Per aprire un’edicola e dedicarsi, quindi, alla vendita di giornali e periodici non è richiesta l’apertura della partita iva in quanto, secondo il D.P.R. 633/72, i prodotti editoriali sono sottoposti ad un particolare regime fiscale per cui l’IVA viene assolta direttamente dall’editore. In merito a questo argomento sono necessarie delle precisazioni.

Oggi l’edicola è cambiata, non è più semplicemente una rivendita di giornali ma un centro multiservizi. Per far fronte alla crisi editoriale e alla digitalizzazione dell’informazione, le edicole si sono adeguate offrendo, in affiancamento all’attività “principale”, una larga differenziazione di prodotti e servizi. Si tratta di vendita di gadget, libri, gratta e vinci, biglietti della lotteria, spedizioni e ritiri, pagamento di bollette, ricariche telefoniche e prepagate, caramelle, articoli di cartoleria, articoli di mare, gestione di distributori automatici, e così via, per cui è necessaria la partita iva.

Le novità legislative della liberalizzazione

L’estensione dell’attività dell’edicolante, in termini qualitativi e quantitativi, sembra una sorta di compensazione rispetto al dettato normativo del D.lgs. 170/2001, che alle edicole ha tolto l’esclusiva sulla loro materia prima: i giornali. Questo decreto ha aperto ad altri esercizi la vendita dei giornali, provocando nel corso degli anni la chiusura di molti tradizionali punti vendita e attribuendo più potere ai distributori.

La questione si è fatta più complessa con la liberalizzazione approvata nella primavera del 2017. Tra le novità l’eliminazione della previsione di rilascio dell’autorizzazione da parte dei Comuni per l’esercizio dell’attività e, conseguentemente, anche degli obblighi di programmazione e pianificazione, in capo alle Regioni e agli stessi Comuni.

Le altre novità riguardano:

  • La liberalizzazione degli orari di apertura e chiusura dei punti vendita;
  • L’obbligo per le imprese di distribuzione di garantire a tutti i rivenditori l’accesso alle forniture a parità di condizioni economiche e commerciali;
  • Il fatto che le imprese di distribuzione assicurino ai punti vendita forniture di quotidiani e periodici adeguate a soddisfare le esigenze dell’utenza del territorio;
  • La possibilità per i punti vendita esclusivi di svolgere un’attività addizionale di distribuzione.

aprire una edicola: conviene?

Come aprire un’edicola

Chiunque intenda esercitare l’attività di rivendita di quotidiani e periodici, esclusiva o non esclusiva, a seconda che sia l’attività portante o addizionale ad altre diverse, deve presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.). La procedura è molto più snella di prima ed è richiesto meno tempo d’attesa. Non esiste, inoltre, una particolare formazione per diventare edicolanti, eccettuato un requisito fondamentale, cioè la predisposizione ai rapporti interpersonali.

La valutazione, arrivati a questo punto, sta nel decidere se aprire un nuovo punto vendita o subentrare nell’attività di diffusione della stampa quotidiana e periodica. Qualora un’edicola venga rilevata e presa sotto nuova gestione, l’iter burocratico e la gestione saranno semplificati. Infatti, dopo aver verificato la regolarità della precedente gestione, con concessioni a norma di legge, è possibile trattare sul prezzo di cessione. Anche per quanto riguarda gli accordi con i fornitori, sarà discrezione del nuovo proprietario mantenerli o rescinderli. Anche la clientela fidelizzata può rimanere la medesima. Gli aspetti positivi di rilevare un’attività già avviata sono palesi.

Diverso è aprire un nuovo punto vendita. Infatti, all’iter da seguire si accompagna l’incertezza di creare un giro d’affari sostenibile e il rischio di ottenere dei guadagni non pertinenti alle spese sostenute, almeno nel primo e più critico periodo. In questo caso, sarà importante associarsi alla FIEG, Federazione Italiana Editori Giornali, per stringere gli accordi necessari per ottenere la distribuzione dei giornali.

Uno degli elementi da prendere in considerazione è la localizzazione del punto vendita. Ad esempio, sfruttare il turismo in una località di villeggiatura genera la possibilità di attrarre una buona parte della clientela anche con la vendita di mappe, accessori per il mare, guide e cartoline, in abbinamento ai quotidiani e periodici. La posizione in luoghi densamente popolati, come stazioni ferroviarie e centri commerciali, inoltre risulta già in partenza funzionale a punti vendita compatibili con guadagni più elevati.

La scelta dovrà anche tenere in conto dell’eventuale presenza di attività concorrenti, a breve raggio, e la convenienza a differenziarsi ritagliandosi una nicchia di genere che contrasti gli effetti del possibile appiattimento economico dovuti alla liberalizzazione della rivendita di quotidiani e periodici.

Le edicole più versatili sono quelle in evoluzione, che reagiscono ai mutamenti con spirito innovativo e, soprattutto, continuando a svolgere l’importante funzione di presidio sociale.

Anna

Blogger e collaboratrice del network PUNTO Blog. Mi occupo principalmente di salute, diritti del lavoro e tutela dei consumatori.

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