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Lavori da sogno: aprire un foodtruck e inseguire il successo nello street food

Avete mai pensato di aprire un food truck? Fantasia e iniziativa sono le prime cose che servono per mettere le basi di un progetto che può rivelarsi un’ottima opportunità, per tanti motivi. Ma andiamo per ordine.

Il food truck è un’importazione americana e individua i chioschi-furgone o i camion-ristorante per preparare e vendere alimenti cucinati al momento. I food truck permettono di diffondere la cultura dello street food, cioè il cibo di strada, che mostra ovunque una tendenza in crescita. Si tratta di un tipo di consumo che consente alle persone di mangiare in modo più informale, meno costoso e secondo una cultura di condivisione dei luoghi pubblici con le persone.

Non solo, mangiare per strada sottintende la voglia di preservare abitudini e cibi che possiedono una forte connotazione di tipo identitario a carattere regionale. Pensiamo al “panino ca meusa” di Palermo, alla focaccia genovese, alla rosetta con la porchetta di Roma e così via.

Ogni luogo ha un forte richiamo popolare che prende vita in un modo molto apprezzato: cibo di strada venduto dai food truck.

La normativa di riferimento: licenze e autorizzazioni

Food truck è sinonimo di commercio al dettaglio in area pubblica. Nel nostro Paese la regolamentazione trova origine nel D. Lgs. n. 114/1998 “Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell’art. 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59” e nella legislazione regionale richiamata dallo stesso Decreto per l’emanazione della legge di attuazione. Area pubblica sta a significare strade, piazze e qualunque altro spazio destinato ad uso pubblico. L’attività può essere organizzata in forma stabile oppure itinerante

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Avere successo nello street food? Creare un marchio unico è fondamentale.

L’autorizzazione differisce a seconda della scelta del tipo di commercio e andrà richiesta al Comune competente. 

  • La licenza A è rilasciata per il commercio ambulante con posteggio fisso e viene attribuita in vista di un preciso evento ben localizzato, come ad esempio fiere e mostre.
  • Invece, la licenza di tipo permette di esercitare in tutto il territorio nazionale nei limiti dei posteggi non assegnati o temporaneamente liberi. Essendo di tipo itinerante, si caratterizza per l’utilizzo di mezzi mobili.

I mezzi per il food truck, inoltre, devono rispettare determinati requisiti previsti dal Ministero della Sanità. Se tutto in regola, la ASL provvede a rilasciare apposita autorizzazione sanitaria. I veicoli interessati vengono immatricolati come veicoli speciali ad uso negozio, secondo quanto previsto dal codice della strada. Ottenute tutte le autorizzazioni prescritte, resta da richiedere l’apertura della Partita IVA all’Agenzia delle Entrate, aprire la posizione Inps e Inail e procedere all’iscrizione alla CCIAA.

In tema di adempimenti amministrativi, dal 2010 è in vigore una semplificazione amministrazione per aprire una nuova attività attraverso il portale dedicato. Si tratta della Comunicazione Unica che permette, attraverso un’unica pratica, di assolvere l’iscrizione e le successive modifiche al Registro delle Imprese, all’Agenzia delle Entrate, all’Inps e all’Inail.

I requisiti per aprire un food truck

Per accedere all’esercizio di attività commerciali, è richiesto il possesso di determinati requisiti morali, secondo quanto prescritto dall’art. 71 del D.lgs. n. 59/2010. La norma prevede che non possono esercitare l’attività commerciale di vendita e di somministrazione:

  1. coloro che sono stati dichiarati delinquenti abituali o professionali, non riabilitati;
  2. coloro che hanno riportato una condanna, con sentenza passata in giudicato, per delitto non colposo, per il quale è prevista una pena non inferiore a tre anni di reclusione, sempre che sia stata applicata una pena superiore al minimo edittale;
  3. coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna a pena detentiva per ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, delitti contro la persona commessi con violenza, estorsione;
  4. coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro l’igiene e la sanità pubblica;
  5. coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, due o più condanne, nei cinque anni precedenti all’inizio dell’attività, per delitti di frode nella preparazione e nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali;
  6. coloro che sono sottoposti a una delle misure di prevenzione di cui alla legge n. 1423/56, o nei cui confronti sia stata applicata una delle misure previste dalla legge n. 575/65, ovvero a misure di sicurezza.

Inoltre, non possono esercitare l’attività di somministrazione di alimenti e bevande coloro che hanno riportato, una condanna per reati contro la moralità pubblica e il buon costume, per delitti commessi in stato di ubriachezza o di intossicazione da stupefacenti; per reati concernenti la prevenzione dell’alcolismo, le sostanze stupefacenti o psicotrope, il gioco d’azzardo, le scommesse clandestine, nonché per reati relativi ad infrazioni alle norme sui giochi.

Il divieto di esercizio dell’attività permane per cinque anni, a decorrere dal giorno in cui la pena è stata scontata. Qualora la pena si sia estinta in altro modo, il termine di cinque anni decorre dal giorno del passaggio in giudicato della sentenza, salvo riabilitazione. Il divieto di esercizio dell’attività non si applica qualora, con sentenza passata in giudicato sia stata concessa la sospensione condizionale della pena.

Per ottenere l’autorizzazione è necessario, inoltre, possedere almeno uno dei seguenti requisiti professionali, richiesti per l’esercizio di qualsiasi forma di commercio nel settore alimentare:

  • Iscrizione al R.E.C. presso la Camera di Commercio;
  • Frequenza di un corso professionale per la somministrazione di alimenti e bevande, istituito o riconosciuto dalla Regione;
  • Esercizio, per almeno due anni negli ultimi cinque, come titolare, socio, dipendente o collaboratore di attività analoga;
  • Possesso del diploma di scuola secondaria superiore o laurea, anche triennale.
foodtruck e streetfood: come fare carriera

Come iniziare l’attività

Per iniziare la vostra attività dovrete, a questo punto, chiedere l’autorizzazione al Comune ove intendete esercitare il commercio ambulante, dimostrando di possedere tutti i requisiti richiesti.

Prima ancora, però, dovrete avere individuato il contesto giusto per proporre un servizio che riscontri successo nel pubblico. Quindi un’idea gastronomica chiara, tenendo a mente la concorrenza sempre più agguerrita.

Vi servirà, dunque, un piano di marketing con determinazione del budget iniziale. Un buon investimento di questo tipo si aggira intorno ai 30-35 mila euro.

Un’alternativa a costi d’ingresso più ridotti è il franchising, che fornisce anche l’assistenza, preziosa soprattutto per chi è alle prime armi. In questo caso la scelta è fra un’attività “già avviata” da altri, che voi dovrete diffondere oppure il contrario, cioè cercare di distinguersi per essere tendenzialmente unici, nella location, nel prodotto, nell’immagine e nell’approccio con il cliente.

Dovrete decidere se puntare ad un’attività costante che gestisca, ad esempio, il momento delle pause pranzo, oppure se dedicarsi ad eventi speciali o meno come fiere o mercati settimanali.

Il buon svolgimento del progetto deve tenere in buon conto anche la stagionalità, quindi decidere se investire in eventi estivi o legati alle festività annuali. 

Il food truck è un buon esempio di come si può sviluppare un social hub dedicato al cibo, nell’ottica della diffusa sharing economy che presenta, tra i suoi elementi caratterizzanti la condivisione, non solo di spazi, ma anche di abitudini gastronomiche più sostenibili. Il tutto cercando di ottenere il giusto equilibrio tra nuovi design per spazi ricreativi e tradizioni in tema alimentare.

Le attrezzature sono molto importanti e il settore è in espansione, tanto che sempre più produttori si dedicano all’allestimento di veicoli speciali adatti ad ogni progetto e stile che si vogliono scegliere.

L’interesse è così alto che il food truck sta coinvolgendo anche chef stellati che portano sulla strada rinomate prelibatezze in un concept vincente che esalta l’accessibilità e la vicinanza alla gente. Complice la scarsità di tempo che spinge le persone a mangiare nel frattempo di fare altre cose, però senza rinunciare ad un momento speciale che può regalare benessere, ispirazione e condivisione.

Tutto questo identificherà non solo il servizio e il prodotto ma anche voi. Non vi resta che scegliere bene!

Anna

Blogger e collaboratrice del network PUNTO Blog. Mi occupo principalmente di salute, diritti del lavoro e tutela dei consumatori.

2 commenti

  • Buona sera, sto sentendo pareri contrastanti sul fatto se si deve avere o no il bagno sul truck food. Mi sapete dare una indicazione chiara?

    • Salve Leonardo,
      nella normativa in vigore, ORDINANZA 3 aprile 2002 “Requisiti igienico-sanitari per il commercio dei prodotti alimentari sulle aree pubbliche”, non viene mai fatto cenno alla necessità di avere il bagno nel veicolo.
      Veda articolo 4 per le caratteristiche del mezzo a questo link della Gazzetta Ufficiale.

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