Nel 2020 l’Italia, come il resto del mondo, ha dovuto aprire il portone a una situazione del tutto nuova e terribile: l’avvento di un virus sconosciuto, il Coronavirus, di cui ancora oggi si sa poco della sua provenienza.
Gli effetti non sono orribili solo sulla salute di chi viene da esso aggredito: le misure a cautela della salute pubblica che i Governi sono costretti a varare, limitando la libera circolazione delle popolazioni e chiudendo le attività produttive di ogni ordine e grado per lunghi periodi, hanno messo in ginocchio le economie a livello internazionale.
Chiusura prolungata delle attività e limiti alla circolazione degli esseri umani corrisponde a un grave abbattimento del volume di affari. In alcuni casi si è verificato purtroppo un evento mortale per l’economia dell’Italia: la chiusura definitiva delle imprese. Sono circa 300.000 quelle che hanno chiuso per sempre.
Tutti i settori sono toccati da questo immenso problema, che ancora non sappiano quando ci permetterà di ritrovare un poco di normalità, e anche i lavoratori autonomi con partita I.V.A. sono ormai ridotti a lumicino, con una situazione in prospettiva futura davvero angosciosa.
Se si riflette sul fatto che nel 2020 una partita I.V.A. su 5 è stata chiusa, appare lampante la tragica situazione generale.
Il Governo ha l’incarico e il dovere di trovare ogni soluzione utile a sostenere economicamente tutti, nessuno escluso, e le difficoltà non mancano, anche perché le casse del Tesoro – come sappiamo – non traboccano di denaro, malgrado imposte e tasse vi entrino in maniera copiosa.
Ma sono risorse pubbliche insufficienti a colmare gli effetti di questa crisi economica non annunciata, che ha aggravato ancor più la situazione che già, a partire dal 2008 col lo scoppio della crisi economica internazionale, aveva messo in condizioni critiche molte nazioni, tra cui il Bel paese.
Di recente è stata approvata la Legge di Bilancio 2021, e al suo interno sono state introdotte – tra le altre – alcune misure a sostegno dei lavoratori con partita I.V.A.
Nei prossimi paragrafi scandaglieremo le novità e le modalità di accesso a queste agevolazioni.
In questo articolo si parla di:
ISCRO: la cassa integrazione per i lavoratori autonomi
Di questo tema abbiamo parlato di recente in questo articolo. È una delle misure di sostegno economico per i lavoratori autonomi e liberi professionisti, e rappresenta una vera novità in quanto è comparato alla cassa integrazione, anche se con modalità diverse rispetto a quella tradizionale.
Semplificazioni fiscali
I liberi professionisti con un volume di affari fino a 400.000 euro, grazie a una nuova misura introdotta nella legge finanziaria, possono ora contare sull’allineamento per ciò che riguarda i termini di legge per le liquidazioni I.V.A. e anche per le annotazioni relative alle fatture che vanno fatte nei registri contabili.
Il limite reddituale di 400.000 euro si riferisce ai prestatori di servizi, tetto che aumenta a 700.000 euro nel caso in cui si tratti di altri tipi di attività produttive.
Abolizione dell’esterometro
A partire dal primo Gennaio 2022 viene introdotta l’abolizione del cosiddetto esterometro, la disciplina che regola tutte le attività transfrontaliere.
In tal modo si modifica la regolamentazione che era stata introdotta in precedenza, con l’obbligo di comunicare, in via telematica, i dati sulle operazioni di cessione di prestazioni di servizi o di beni.
Dal 2022 cambia la modalità di trasmissione, che dovrà avvenire attraverso l’SDI, il Sistema Di Interscambio attraverso il quale l’Agenzia delle Entrate acquisisce tutte le informazioni di ordine fiscale, come le fatture elettroniche.
Questi dati dovranno quindi essere trasmessi secondo le seguenti prescrizioni di legge:
- Per operazioni svolte verso soggetti che non sono stabilmente presenti sul territorio italiano la trasmissione telematica dei dati deve essere effettuata entro il termine di emissione della fattura oppure dei documenti attestanti i corrispettivi pattuiti, quindi entro 12 giorni
- 15 giorni è invece il termine stabilito per legge per tutte le operazioni ricevute da parte di soggetti non stabiliti presso il territorio nazionale
Imposta di bollo sulle fatture elettroniche
Un’altra novità è rappresentata dal fatto che, per ciò che riguarda l’imposta di bollo sulle fatture elettroniche, la responsabilità della sua emissione è ora data a tutti gli attori, sia a chi emette fattura, sia a chi la riceve e anche nel caso in cui vi sia un soggetto terzo.
Per questa ragione è molto importante fare attenzione, anche quando si riceve una fattura, a verificare l’esatta composizione di questo documento fiscale per non incorrere in sanzioni amministrative.
Sanzioni previste nella Legge di Bilancio 2021
Dal primo Gennaio 2021 sono previste sanzioni economiche, pari al 90% dell’imposta, nei casi in cui i dati degli scontrini elettronici che è obbligatorio emettere non siano memorizzati e trasmessi in maniera regolare.
Attenzione anche al mal funzionamento non segnalato dei registratori telematici: in questo caso le multe variano da un minimo di 250 euro a un massimo di 2.000.
Più alte le sanzioni per chi omette di installare gli obbligatori dispositivi telematici: in questo caso si rischia di ricevere una multa da 1.000 a 4.000 euro, e se si dovesse pensare di poter fare i furbi, manomettendo il congegno, ecco che la multa può andare da 3.000 a 12.000 euro.
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