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Lavorare per Mymenu: come candidarsi e quanto si guadagna

MyMenu, ex Sgnam, è un’impresa tutta italiana specializzata in ristorazione a domicilio. Relativamente giovane, come i suoi amministratori delegati, non teme la concorrenza di colossi come Deliveroo, Foodora, Just Eat e Uber Eats.

Attualmente il servizio può contare su un network di oltre 500 ristoranti affiliati e uno staff composto da 20 dipendenti e circa 400 fattorini. Il funzionamento è risaputo: il cliente in pochi click sceglie il ristorante, sceglie il menu e conferma l’ordinazione. A questo punto dovrà solo attendere che un fattorino di MyMenu effettui la consegna.

MyMenu fa parte di quelle imprese italiane di nuova generazione, in crescente espansione e che stanno cercando di migliorare le condizioni di lavoro dei propri driver.

Come diventare driver di MyMenu

Per diventare driver e dedicarvi, nel vostro tempo libero, a consegnare pranzi e cene a domicilio, dovete possedere un mezzo di trasporto tra bicicletta o motorino. Inoltre, dovete avere uno smartphone iOS o Android e spirito dinamico ed espansivo. Non serve altro per diventare driver, ma se avete già esperienza nelle consegne allora sarete il driver ideale.

Per inoltrare la richiesta a MyMenu potete visitare il sito ufficiale https://www.mymenu.it/ e cliccare sul bottone “unisciti a noi”. Dovrete inserire i vostri dati anagrafici, i dati di contatto, dovrete inserire che tipo di mezzo di trasporto avete e il modello. Infine, si richiede di scegliere una sede di lavoro e di indicare la vostra disponibilità per il turno di pranzo e/o cena.

Confermando la compilazione del form online verrete ricontattati da MyMenu.

In cosa consiste il lavoro di driver

I driver sono i fattorini che realizzano la consegna desiderata dal cliente, fino al suo uscio, se non diversamente richiesto. Se il cliente sceglie la modalità di pagamento per contanti, il driver dovrà provvedere a riscuotere il pagamento.

Il servizio di MyMenu è attivo nelle seguenti città: 

  • Bologna
  • Brescia
  • Milano
  • Modena
  • Padova
  • Verona

I drivers attraverso lo smartphone prendono in carico la consegna, ricevendo tutte le informazioni per svolgere il servizio. La consegna dovrà avvenire entro 30 minuti per le zone centrali ed entro 50 minuti per zone meno servite, che decorrono dalla conferma dell’ordinazione da parte del cliente.

Il driver si sposta in bicicletta o in scooter e deve trasportare dei contenitori speciali che si indossano come uno zaino e che devono preservare la temperatura e l’integrità delle pietanze.

Una nota positiva sta nel fatto che il driver, all’inizio del proprio turno, possiede già l’elenco di tutte le consegne che deve portare a termine. Questo è un vantaggio perché tra i concorrenti si usa rendere disponibile la nuova consegna solo quando si è completata la precedente. Invece, in questo modo il driver di MyMenu ha la possibilità di organizzarsi in anticipo, decidendo il tempo da dedicare a ciascuna consegna.

Quanto si lavora e quanto si guadagna

MyMenu già l’anno scorso ha provveduto a firmare la Carta dei diritti dei lavoratori digitali, voluta dal Comune di Bologna per fissare regole più chiare a questo tipo di gig economy.

All’inizio del 2019 MyMenu ha provveduto ad aumentare la paga ai fattorini, aumentandola a 8,70 euro netti all’ora. La logica è semplice: una forza lavoro più soddisfatta diventa più competitiva e potrebbe assicurare un servizio più efficiente e, quindi, più redditizio.

Non solo, MyMenu è riuscita a promuovere la nascita di Itadelivery, cioè l’associazione delle imprese italiane che si occupano di food delivery e che sono, più delle grandi multinazionali, propense a riconoscere i diritti e le tutele ai riders.

Oltre alla paga oraria e alle eventuali mance, i drivers di MyMenu possono contare anche su un rimborso spese quantificato a consegna in 0,50 euro se il driver consegna in biciletta e 1,50 euro se utilizza lo scooter.

Inoltre, se il driver è disponibile a lavorare per almeno 20 turni al mese, allora MyMenu garantisce l’affidamento di almeno 2 ordini all’ora.

Novità nel trattamento dei riders

È attualmente all’esame delle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera l’emendamento al “Decretone” che contiene anche tutele a favore dei ciclo-fattorini. Se dovesse essere approvata la proposta, i riders avrebbero diritto ad un contratto di lavoro subordinatoassicurazione inailformazione in sicurezza dispositivi di protezione individuale, necessari per tutelare la loro salute psico-fisica.

La proposta tende a riconoscere quei livelli minimi di tutela ad operatori di un settore che deve essere ancora puntualmente regolamentato per evitare realtà in cui vi è alta competizione tra gli stessi riders e diffusione del lavoro a cottimo.

C’è da dire che in questo periodo si riscontra l’aumentata sensibilità verso una categoria di lavoratori scarsamente tutelati, da parte delle stesse aziende specializzate in food delivery. Contemporaneamente l’obbligo di assunzione e applicazione di un contratto di lavoro subordinato, in assenza di adeguato sostegno da parte del Governo, potrebbe mettere in seria difficoltà le aziende, i cui costi per le consegne raggiungono il 70% dei costi totali. L’aumentata sensibilità interessa anche gli stessi clienti, che accolgono i riders, preferendo una consegna più sicura anche se meno tempestiva.

Conclusioni

Il momento storico sembra, pertanto, particolarmente propizio per le figure professionali della gig economy, cioè i riders. La loro crescente importanza sta trovando riscontro da ogni parte e sembra che la risoluzione sia diretta nel garantire a loro maggiori diritti e maggiori tutele.

Quindi, chi ha del tempo libero da poter impegnare in modo fruttuoso, può serenamente pensare a candidarsi come drivers. Il lavoro sembra adatto agli studenti, in primis, ma anche a coloro che già svolgono lavori part time ed hanno l’esigenza di ottimizzare il proprio tempo a disposizione, cercando di arrotondare.

Fare il driver, siamo realisti, non è per sempre ma può rivelarsi un’interessante opportunità di lavoro temporaneo, anche alla luce delle imminenti novità legislative a favore dei riders. Serve spirito d’iniziativa, seria organizzazione, rispetto degli impegni, puntualità, conoscenza della zona e flessibilità.

Anna

Blogger e collaboratrice del network PUNTO Blog. Mi occupo principalmente di salute, diritti del lavoro e tutela dei consumatori.

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